Imperia. A seguito della chiusura della sezione di un asilo nido di Imperia, il comune ha disposto il trasferimento delle due educatrici presenti, senza nessun preavviso alle famiglie, a sostegno dei bambini e ragazzi con problemi di disabilità.
Così facendo, però, molti di questi ragazzi si sono ritrovati a non avere più assegnato il proprio tutor , col quale ormai da anni avevano instaurato un rapporto di amicizia e fiducia, ma da quest’anno si ritrovano un insegnante del’ex nido.
Anche ImperiaPost si è occupato della vicenda della famiglia di uno di questi bambini, Marta (nome di fantasia), caso fortunatamente risolto per lei, ma lo stesso problema ora riguarda altri 15 bambini. A intervenire sulla situazione è l’associazione Progetto Famiglia di Imperia con una lettera aperta:
“Quindici fra bambini e ragazzi -e le loro famiglie- in scacco a Imperia per il terremoto scolastico nella conferma degli assistenti comunali. Il problema si potrebbe facilmente spiegare col principio scientifico dei vasi comunicanti: la sezione di un asilo nido di Imperia chiude, le educatrici di quel nido vanno ricollocate, e il Comune adotta il principio dei vasi comunicanti, rovesciando questo personale in eccesso in altri contenitori-scuole. Così alle assistenti del nido si trova spazio facendo defluire le educatrici delle cooperative occupate in varie scuole della città di Imperia, che finiranno a loro volta in altri ruoli.
A farne le spese i 15 bambini e ragazzi che con queste educatrici delle cooperative hanno in anni cementato dei rapporti fondamentali. Perchè questi 15 alunni speciali hanno disabilità e ritardi anche gravissimi, e le LORO assistenti sono figure importanti e significative, le necessarie chiavi di volta di un percorso scolastico e di una vita che a causa della disabilità incombe pesantemente.
Sono tanti ora i genitori che vivono ques’inizio d’anno scolastico non con la normale emozione dei primi giorni, ma con la paura che rapporti di fiducia e comprensione istaurati con tanta difficoltà dai propri figli siano stati tranciati di netto per sempre. Perchè nell’applicazione delle norme, così come negli asettici principi della scienza, nessuno in Comune di Imperia pare essersi fermato a riflettere. A pensare al danno reale e cogente a cui vanno incontro questi 15 alunni. A Milena e agli altri 14 studenti cui si nega il diritto alla continuità didattica del sostegno, sancita anche dal TAR a più riprese.
Il Comune di Imperia, anche in ragione della debolezza in cui versano questi 15 alunni per la loro disabilità, non potrebbe mantenere le stesse figure che accompagnano da anni questi bambini/ragazzi e dirottare le educatrici del nido sui nuovi casi? Sono molte le famiglie coinvolte da questo terremoto che se lo chiedono. Ma la domanda legittima in alcuni casi viene taciuta, per la paura che i propri figli vadano poi incontro a ulteriori problemi.
Trova però il coraggio di parlare la famiglia di Milena (nome di fantasia), una ragazza con sindrome di Down con tratti autistici, ipovedente e con importanti problemi cognitivi. Una figlia, una studentessa, una cittadina che andrebbe tutelata nel modo più assoluto anche dalle Istituzioni.
“L’anno scorso nostra figlia – racconta il papà- ha cominciato la prima classe della Scuola Secondaria presso la Boine di Imperia. Per il fondamentale principio della continuità cui i bambini disabili hanno diritto, ha mantenuto l’affiancamento con la stessa educatrice comunale, Sonia (nome di fantasia) che l’accompagnava dall’ultimo anno della Scuola d’Infanzia. Questo in ragione degli importanti problemi di nostra figlia. Sonia è l’ancora di salvataggio di Milena quando è a scuola, perchè per nostra figlia è difficilissimo anche instaurare relazioni positive e significative. Relazioni necessarie per la sua crescita oltre che per gli apprendimenti, di acquisizione difficoltosa date le disabilità”. Questo sarebbe stato l’ottavo anno insieme per Milena e Sonia, un rapporto consolidato su cui costruire il futuro scolastico cui ogni ragazzo ha diritto. Ma pochi giorni fa la doccia fredda: “Il 10 settembre – continua il papà di Milena- a quattro giorni dall’inizio dell’anno scolastico, noi insieme ad altri genitori veniamo a sapere, senza alcuna comunicazione da parte della scuola o dell’ufficio scuola del comune, che le educatrici di sostegno che sino a oggi hanno affiancato i nostri ragazzi, saranno sostituite dal personale di una sezione di un asilo nido di Imperia che per varie motivazioni verrà chiuso. Ovviamente non abbiamo nessun motivo di dubitare della professionalità del personale di questo nido. Ma a mia figlia SERVE la SUA educatrice, che l’accompagna da anni, conosce bene il suo vissuto, le sue difficoltà, ha trovato i canali giusti per interagire con lei, sa come lavorare in base alle potenzialità di Milena. Qualsiasi cambiamento nel progetto educativo di un bambino (disabile o meno) andrebbe perlomeno condiviso con la famiglia. A maggior ragione quando ci sono problematiche relazionali, la conseguenza di un simile terremoto, la sostituzione come nulla fosse della figura di riferimento, può causare regressioni tali da rendere inutili sforzi fatti per anni. Solo chi ha un figlio disabile può capire l’importanza e la necessità di dare continuità alle figure educative che ruotano intorno a loro!”.
“Se qualche genitore lo desidera, può contattarmi al mio numero 393.4895532. Non resteremo certo passivi e inerti di fronte a queste decisioni – conclude il papà di Milena-, e insieme agli altri genitori che avranno il coraggio di difendere i propri figli utilizzeremo tutti gli strumenti legali necessari affinchè la situazione si sblocchi. Abbiamo già contatato la sede locale dell’A.GE. (Associazione Genitori) per informarli della situazione, in modo tale che A.GE. possa essere un supporto per tutte le famiglie a Imperia nella nostra stessa situazione, anche quelle che volessero restare nell’anonimato contattando l’Associazione Genitori via mail imperia.age@gmail.com”.
La richiesta accorata va al Comune di Imperia. Le norme scritte non sono una scienza, vanno applicate tenendo conto non solo dei numeri, ma anche delle persone. Milena e gli altri 14 studenti hanno diritto alla continuità del sostegno da parte di chi davvero dopo anni di relazione può fare la differenza per gli studenti disabili e le loro famiglie”.