Imperia – Dopo l’incontro tenutosi la settimana scorsa al bar Pepito, l’On. Claudio Scajola torna a parlare ai “suoi” fedelissimi questa volta a Oneglia. Un comizio in piena regola in cui Scajola ha maggiormente scoperto le carte annunciando di essere intenzionato a costruire qualcosa e tornare ad essere protagonista su scala locale e nazionale.
Un “disegno”, probabilmente un progetto civico, con il quale l’ex Ministro potrebbe tentare, a quasi 68 anni, di ritornare a pesare sullo scacchiere della politica nazionale. Qualche elogio a Renzi, nessun accenno all’ormai ex amico Silvio Berlusconi, per poi parlare della situazione locale in termini di rilancio del turismo, dell’occupazione, della semplificazione amministrativa.
Un discorso durato circa mezz’ora alla presenza di molti politici tra cui i consiglieri comunali Antonello Ranise, Luca Falciola, Erminio Annoni e Piera Poillucci ma anche ex amministratori come l’ex vice sindaco Rodolfo Leone accompagnato dalla figlia Francesca, l’ex assessore Sergio Lanteri, Sergio De Nicola (ex presidente Amat), Alberto Alonzo (ex consigliere) e molti altri. Presente anche la punta di diamante dei dissidenti di “Imperia Cambia” Paolo Re, invitato all’evento dalla segreteria di Forza Italia.
“Cosa significa la mia presenza – ha detto Scajola – l’altro giorno a Porto Maurizio da Pepito, oggi qui da Gustò e così a proseguire, perchè dopodomani sono ad Arma di Taggia, poi sabato sono a XXmiglia, la settimana successiva a Sanremo e poi Genova, Albenga, Chiavari, La Spezia, in tre provincie del Piemonte. Andrò in Abruzzo, Nelle Marche, in Calabria.
Scajola cosa c’ha in testa, cosa si crede? Forse è da rottamare. Cosa vuole ancora? . Io voglio dire assolutamente niente, sono un cittadino di Imperia , un cittadino di questa Italia , che è stato buono e zitto per cinque anni sperando di vedere che finisse fuori qualcosa, che uscisse qualcuno. Che ci fosse qualcosa che poteva di nuovo suscitare entusiasmo, che potesse quindi permetterci di guardare il futuro con maggiore ottimismo.
Ma invece la fase è talmente difficile e complicata che credo sia stato utile quest’iniziativa, alla quale sono stato spinto da molti di voi, perchè c’è bisogno di parlare un po’ di politica. A me piacerebbe anche ascoltare voi, non mi piacerebbe solo parlare io. Infatti la mia idea è, che poi per ogni provincia dopo questi incontri diciamo più informali , e non mi dispiaceva l’idea di fare questi incontri informali nei bar, l’idea poi di metterci una mezza giornata, invece di un locale ampio tutti insieme e con un sistema diverso dare un microfono che gira, ognuno a testa ascoltare e vedere cosa c’è che si muove nella testa di ciascuno di noi, nel cuore di ciascuno di noi.
Ho pensato che potesse essere utile fare questa fase preparatoria, cioè questi giri anche per dare testimonianza che c’è un popolo di persone che ha ancora piacere di parlare di problemi. Di ascoltare , di stare insieme. Io accolgo con piacere un sentimento di amicizia e stima nei confronti miei e questo mi da molto molto piacere.
Ho colto anche in molti il desiderio di parlarsi un po’. Dicevo uno scenario confuso. La generazione mia è nata sui grandi sui grandi blocchi, c’era la cortina di ferro, il blocco sovietico , che in qualche modo dava stabilità al sistema. C’era chi soffriva, perchè si trovava al di la della cortina di ferro, ma lo scenario di stabilità quantomeno c’era a livello planetario.
Oggi con tutto quello che è stato lo sconvolgimento dei tempi, ci accorgiamo delle cose più inverosimili. Ci accorgiamo che elogiare per la libertà lo fa il leader della russia e ci pare una cosa molto strana per chi ha un ricordo di quei tempi.
È cambiato sostanzialmente lo scenario, ma non vuol dire che ci sia più pace di quella che c’era , anzi adesso la guerra la stanno esportando in maniera diversa anche da noi. Non c’è più la guerra dichiarata. Lo scalpore che fece anche vedendo qualche film, quello che successe nella guerra tra il Giappone e gli Americani, perchè avevano dichiarato guerra secondo l’ora di quel paese e non dell’altro paese.
Pensate che questa disciplina ci sia oggi , oggi uno non ha più il valore della vita, si mette alla cintura un esplosivo entra in un bar e fa saltare tutti quelli che ci sono dentro. È cambiato sostanzialmente quindi anche l’organizzazione degli stati deve cambiare. Non si può pensare urlando che di fronte alle migrazioni epocali che ci sono non si può andare dicendo che prima si faceva, pensando a noi , facendo filo spinati. Non serve a niente”.
“L’Agnesi è una fabbrica sviluppata in altezza e perciò non è competitiva. Chi Governa dunque ha il dovere di farsi dei nemici, individuare delle prospettive per il futuro, la stanno facendo morire poco alla volta. Perché non pensare di utilizzare nuovamente la pasta di qualità, la pasta Gemma che potrebbe occupare una ventina di dipendenti in uno stabilimento della valle Impero. Come contropartita lo stabilimento potrebbe essere impiegato per sviluppo turistico della città. Non si puoi rispondere che le strutture che ho citato l’altra volta sono ferme o chiuse da anni. l compito amministrazione risolvere i problemi. Ho letto di alcuni vecchietti che giocavano a bocce ed è arrivato l’ordine di demolizione, il comune deve aiutare le persone, non ci si comporta così.
Il Porto di Imperia, leggetevi la sentenza la sentenza di Torino è una vergogna per la nostra città. Non abbiate paura di nulla, Imperia è triste. L’amministrazione ha confuso la cultura della legalità con la repressione.
Io vado in giro e le persone hanno paura. Anche i problemi del porto sono risolvibili. Lo stato deve essere amico del cittadino e il comune deve essere al servizio dei cittadini. Creare clima di maggiore ottimismo sul futuro. Era iniziato un periodo di rinascimento di questa città, c’era il sorriso e gente che investiva. Ci siamo fatti una nomea quando una strapersa e straperduta (il presidente della Commissione Parlamentare antimafia Rosy Bindi, ndr), non so cos’ha mai fatto in vita sua, ha detto che siamo la quinta provincia della Calabria e nessuno ha risposto nulla.
Voglio partecipare e scuotere i nostri su un disegno locale e nazionale. Ho ancora la testa e il cuore per cercare di dire cos’è la cosa migliore”.
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