Tre anni di reclusione. Questa la pena richiesta in udienza dal PM Alessandro Bogliolo per una 61enne imperiese, difesa dall’avvocato Sandro Lombardi, accusata di sfruttamento della prostituzione.
Secondo l’accusa, formulata al termine di un’inchiesta condotta dai Carabinieri, la donna dirigeva una casa di prostituzione nel pieno centro di Oneglia, in via Amendola.
In particolare, per il PM Bogliolo la 61enne “esercitava o comunque dirigeva una casa di prostituzione in via Amendola in cui prestavano attività volta a volta prostitute straniere”.
Questa mattina al termine della propria requisitoria, davanti al giudice Anna Bonsignorio, il PM ha formulato la propria richiesta di condanna, pari a 3 anni, più pene accessorie.
Nel dettaglio, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, la 61enne “approntava l’alloggio ove avvenivano i rapporti sessuali, dotandolo di divani o letti ove i clienti si appartavano con le prostitute, effettuava le inserzioni pubblicitarie inerenti le prestazioni offerte sul settimanale ‘Gli Affari’, accoglieva i vari clienti indirizzandoli verso le giovani prostitute, previamente concordando la tipologia di prestazione sessuale ed il prezzo complessivo della stessa, in tal modo consentendo alle prostitute di utilizzare per i convegni sessuali con i clienti l’abitazione di via Amendola”.
Secondo gli inquirenti, non solo la 61enne dirigeva la casa di prostituzione, ma incassava parte dei proventi, in particolare “sfruttava l’attività di meretricio attuata dalle prostitute percependo la metà dei compensi che le prostitute percepivano, ovvero la metà della cifra complessiva pari a 50 o 100 euro a seconda delle tipologie delle prestazioni sessuali offerte dalle meretrici, che i clienti pagavano direttamente a mano”.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 gennaio 2017, quando sarà la volta dell’arringa della difesa e, successivamente, della lettura della sentenza.