14 Novembre 2024 06:19

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14 Novembre 2024 06:19

IMPERIA. RFI CHIEDE DI ABBATTERE 100 PINI LUNGO L’EX FERROVIA. ALBERTO GABRIELLI:”C’È TROPPA DISINFORMAZIONE. CI ASPETTIAMO UNA SENSIBILITÀ MODERNA”

In breve: Non possiamo entrare nel merito tecnico della proposta di abbattimento di un centinaio di Pini “marittimi” lungo l’ ex linea ferroviaria fra Oneglia e Porto Maurizio, avanzata da Ferrovie dello Stato, tramite Rfi

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“Non possiamo entrare nel merito tecnico della proposta di abbattimento di un centinaio di Pini “marittimi” lungo l’ ex linea ferroviaria fra Oneglia e Porto Maurizio, avanzata da Ferrovie dello Stato, tramite Rfi –  così Alberto Gabrielli, responsabile ambiente della Segreteria Provinciale di Imperia del Partito della Rifondazione Comunista, con una nota stampa.

“Probabilmente si tratta – prevalentemente – di esemplari di Pino d’ Aleppo, fra tutti i pini quello più “pittoresco”, amato da schiere di pittori di ieri, oggi e domani, perché in grado di evocare istantaneamente i colori, e gli odori della terra di Liguria. Si tratta di una specie pioniera, in grado di colonizzare terreni denudati e/o abbandonati dall’ agricoltura e di dominare la macchia mediterranea finché, incendi e motoseghe permettendo, il terreno non sia abbastanza maturato per ospitare la lecceta, formazione climax in gran parte della Liguria e nostra foresta “originaria”.

Ma ci vorranno molti decenni, secoli. In area urbana resistono, i Pini d’ Aleppo, proprio lungo le scarpate ferroviarie e, di norma, ed in condizioni climatiche non eccezionalmente estreme, lì stanno. Saranno le risultanze degli esami approfonditi di stabilità a fornire gli aspetti tecnici, ma ci permettiamo di evidenziare come nell’ affrontare questo tema (l’ abbattimento di alberi) la disinformazione e la superficialità la facciano troppo spesso da padroni.

Intanto si comincia quasi sempre con “io sono per il verde, ma…” semanticamente assai prossimo a “io non sono razzista, ma…”. In secondo luogo, ma è la sostanza del problema, si considerano gli alberi, se va bene, come arredo urbano: perché non sostituirli tutti allora con copie in ABS facilmente realizzabili con una gigantesca stampante 3D ? Ma gli alberi servono contro l’ inquinamento fisico, chimico ed acustico, accrescono la biodiversità, rendono gradevolmente vivibile la città (sono veri e propri condizionatori d’ aria), e i turisti li amano: non sono un arredo, ma una forma evoluta di vita che ci rende un grande servizio.

Tuttavia come arredo, purtroppo, vengono trattati, massacrandone le radici con ogni sorta di scavo, e le chiome con amputazioni grossolane e pericolose (queste si, davvero,) per la loro stabilità. E, sempre come arredo, si ritiene sia possibile, ed intelligente, sostituirli a piacere, magari con soggetti di medio-grandi dimensioni (politicamente forse più vantaggiose) la cui radice principale è stata, per necessità vivaistiche, amputata, mentre il resto è costretto entro vasi di dimensioni ridicole rispetto alla chioma, anche qui per ovvie esigenze vivaistiche e di impianto.

Dalle poche immagini, anche a chi è proprio digiuno di botanica forestale, balza all’ occhio che il massacro delle radici non può far sperare in alcuna stabilità dei soggetti: insomma, sostituire un albero, è molto di rado una buona idea. E se proprio lo si fa, ci si rassegni a sostituirlo di continuo, perché in tal caso la sicurezza è davvero a rischio.

Da parte delle amministrazioni, che devono fare Politica per la città ed i cittadini, continuiamo ad aspettarci una sensibilità moderna, espressioni di sincera sofferenza per la condanna a morte di questi esseri indispensabili ed innocenti; anche quando risultasse davvero necessario. Purtroppo non è così e di fronte a quello che ci ostiniamo a chiamare “verde” urbano, anziché vegetazione urbana, ci si pone come di fronte ad un problema che è meglio recidere alla base.

Ci permettiamo solo di suggerire una impostazione paesaggistica complessiva, e meno riduttiva della solita – malcitata – sicurezza, cui si deve – certo – un tributo importante, ma che non può e non deve trasformarsi in oppio per i cittadini ed in una copertura buona per ogni scelta”.

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