Il sindaco Carlo Capacci interviene in merito all’indagine scarica dal ritrovamento di alcuni rifiuti all’interno di un magazzino del Porto turistico di Imperia.
“Con riferimento al sequestro del magazzino di cantiere avvenuto nel porto turistico di Imperia a seguito del ritrovamento di “rifiuti”, – scrive Capacci – preciso che l’informazione di garanzia ricevuta dal Presidente Balbo, lo coinvolge unicamente per responsabilità oggettiva quale legale rappresentante della Go Imperia, non venendogli addebitata in nessun modo alcuna responsabilità personale.
La Go Imperia ha avviato parallelamente alla Magistratura un’indagine interna, le cui risultanze verranno messe a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, allo scopo di accertare le reali responsabilità.
Al Presidente Balbo va tutto il mio incondizionato apprezzamento per l’ opera che sta svolgendo assumendosi molti rischi personali per il bene della Città.
La gestione “pressapochista” a cui fanno riferimento i creatori del disastro del Porto, ha, al contrario, consentito a centinaia di utenti di veder salvaguardato il posto barca pagato a caro prezzo e veder mantenuto, in emergenza e sicurezza, il porto della Città.
Come auspicato dai creatori del disastro del Porto i Cittadini risponderanno nelle prossime elezioni amministrative, valutando le scelte di chi ha consentito a società fallite di incassare centinaia di milioni di euro, realizzando (male) il porto turistico con finanziamenti bancari garantiti dalle stesse opere non realizzate, e sapranno valutare l’operato di chi ha assunto la gestione in emergenza del porto, la continuità lavorativa dei dipendenti, altrimenti licenziati, nella transizione delle decisioni di Consiglio di Stato e Cassazione, rispettivamente sulla concessione demaniale e sul fallimento della Porto SpA.
Infine spero non passi il concetto che un locale aziendale con porta chiusa a chiave nel quale sono depositati rifiuti in attesa di essere correttamente smaltiti sia definibile discarica abusiva, altrimenti tutti i titolari di attività artigianali, commerciali, industriali italiani che detengono materiali o sostanze in attesa di essere smaltiti presso i loro locali sarebbero a rischio di indagine e successivo processo”.