“Non riesco ad essere soddisfatto. Con la mente non posso ripercorrere tutto quello che è successo, tutte le sofferenze che ho dato alla mia famiglia e ai miei amici . Non posso non ricordare chi mi è stato sempre vicino. E così, con un po’ di tristezza, non riesco a dimenticare coloro che ci hanno speculato sopra e anche coloro a me vicini, che non mi sono stati vicini. Ma è finito il periodo, chiuso. Ne incomincerà un altro”.
È questo il commento di Claudio Scajola all’uscita dal tribunale di Imperia dopo la sentenza di assoluzione, “perché il fatto non sussiste” da poco pronunciata dal giudice monocratico Caterina Lungaro nell’ambito del processo che lo vedeva imputato, assieme ad Ernesto Vento (titolare della ditta AR.CO.)di finanziamento illecito al singolo parlamentare nell’ambito dei lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, dimora imperiese dell’ex Ministro.
“È finito, se Dio vuole, un incubo – ha commentato l’avvocato Elisabetta Busuito – durato 8 anni con 13 inchieste tutte archiviate, due assoluzioni , in entrambi i casi lo stesso Pubblico Ministero, la stessa accusa ha chiesto l’assoluzione al termine del processo. Oggi , come due o tre anni fa, abbiamo avuto l’assoluzione con la formula più favorevole che possa esistere ‘ il fatto non sussiste’. Non c’era proprio il reato. Siamo assolutamente soddisfatti e siamo contenti sia per il risultato in sè, sia perchè possiamo mettere la parola fine a tutte queste inchieste che da 8 anni hanno visto il Ministro coinvolto”.
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