Il Movimento 5 Stelle Sanremo ha inviato oggi in Regione Liguria la richiesta di avvio dell’Inchiesta Pubblica per il Biodigestore di Taggia, la richiesta era stata firmata dal Sindaco di Taggia Mario Conio, da parte della sua Giunta e da numerosi cittadini di Taggia e di Sanremo.
Il M5S Sanremo inoltre ha presentato osservazioni alla VIA Regionale sul biodigestore. Le osservazioni si potranno trovare online sul sito del giurista ambientale dottor Marco Grondacci, consulente del M5S Sanremo per lo studio del progetto.
Il giurista ambientale suggerisce al Sindaco di Taggia (Comune territorialmente interessato dal progetto del Biodigestore) alcuni comportamenti per affrontare il progetto.
Biodigestore di Taggia: le considerazioni del giurista ambientale Marco Grondacci
Chiedere la sospensione della procedura fino ad ora utilizzata.
L’impianto gestisce rifiuti in quantità che prevedono l’applicazione della Autorizzazione Integrata Ambientale. Questa autorizzazione fornisce al Sindaco uno strumento amministrativo importante che è il Parere Sanitario obbligatorio che se ben motivato può imporre prescrizioni al progetto fino a chiederne il rigetto della richiesta di autorizzazione. La procedura attuale rimuove l’AIA quindi è illegittima.
Avviare una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sulla Variante al Piano urbanistico del Comune di Taggia.
La sospensione è dell’attuale procedimento di VIA in corso è ulteriormente motivabile con la necessità di avviare la procedura di VAS sulla Variante al piano urbanistico del Comune. Come si ricavava dalla relazione illustrativa al progetto preliminare di biodigestore per realizzarla occorrono variante alla pianificazione generale del Comune. Trattandosi di variante che contiene un progetto sottoponibile a VIA occorre la procedura di VAS ordinaria. Sottolineo però in questa sede che svolgere la VAS ora è importante perché potrebbe evitare che una volta chiuso il procedimento di VIA attualmente in corso in Regione questo avrebbe efficacia autorizzatoria finale e potrebbe essere interpretato come variante automatica alla pianificazione comunale rendendo quindi praticamente inutile svolgere successivamente la VAS sulla relativa variante.
La dichiarazione di pubblico interesse può essere rivista
Come è noto il progetto del Biodigestore di Taggia ha avuto una dichiarazione di pubblico interesse votata nei Consigli Comunali compreso quello di Taggia (nella sindacatura precedente).
La domanda che sorge spontanea è: ma dalla dichiarazione di pubblico interesse si torna indietro oppure no?
Intanto verrebbe da dire che nessuno obbligava le amministrazioni locali a votare tale dichiarazione. D’altronde il Consiglio di Stato con sentenza n.676 del 2017 ha affermato: “l’amplissima discrezionalità di cui l’amministrazione è titolare nella valutazione e nell’approvazione di progetti di finanza di progetto ai fini della dichiarazione di pubblico interesse (compreso la tutela dell’ambiente), così che il diniego (come ovviamente anche l’approvazione) sfugge al sindacato di legittimità, salva l’ipotesi di manifesta arbitrarietà, illogicità, irragionevolezza ed irrazionalità… Il Codice degli appalti non offre in realtà spunti, né letterali, né teleologici, per individuare perentorietà nelle scansioni procedimentali previste per giungere all’approvazione della finanza di progetto; le pretese lungaggini invece appaiono largamente giustificate dai precedenti sofferti dell’intera vicenda, caratterizzata da atti prodromici di natura urbanistica e anche da concessioni edilizie che sono stati emanati e che sono stati tutti puntualmente annullati in sede giurisdizionale.“.
Ma soprattutto se l’atto è adeguatamente motivato si può tornare indietro dalla dichiarazione di pubblico interesse su un progetto di project financing.
Il Consiglio di Stato con sentenza n. 4177 del 2016 ha affermato che: “Dalla dichiarazione di pubblico interesse della proposta del promotore privato non deriva alcun vincolo per l’amministrazione di affidare la concessione, essendo necessaria da parte di quest’ultima una scelta ulteriore, analogamente a quanto avviene per qualsiasi decisione di affidare un contratto. In particolare, rispetto ai tipici moduli contrattuali pubblicistici, la complessiva disciplina dell’istituto del project financing si contraddistingue perché in questo caso l’iniziativa non è assunta dall’amministrazione stessa, ma dal privato. Sennonché anche una volta che la proposta di quest’ultimo sia stata dichiarata di pubblico interesse, lo stesso non acquisisce alcun diritto pieno all’indizione della procedura, ma una mera aspettativa, condizionata dalle valutazioni di esclusiva pertinenza dell’amministrazione in ordine all’opportunità di contrattare sulla base della medesima proposta.”
C.S. Movimento 5 Stelle di Sanremo