25 Dicembre 2024 07:34

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L’ANTIMAFIA COLPISCE LA FAMIGLIA RINALDI, POLIZIA DI STATO E GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRANO BENI PER 900 MILA EURO/FOTO E VIDEO

In breve: Le armi dell'antimafia colpiscono i Rinaldi: Polizia di Stato e Guardia di Finanza sequestrano anche la lavanderia a gettoni "Le mille bolle blu", che rappresentava l´unica fonte di reddito apparentemente lecita della nota famiglia sanremese.

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Le armi dell’antimafia colpiscono i Rinaldi: Polizia di Stato e Guardia di Finanza sequestrano anche la lavanderia a gettoni “Le mille bolle blu”, che rappresentava l´unica fonte di reddito apparentemente lecita della nota famiglia sanremese.

Nei giorni scorsi il Tribunale di Genova ha accolto la proposta, avanzata dal Questore di Imperia di applicare la misura di prevenzione patrimoniale prevista dal Codice Antimafia per soggetti socialmente pericolosi che si sono arricchiti grazie alle loro attività illecite. 

Già nel gennaio scorso, il Tribunale di Imperia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che aveva delegato alla Squadra Mobile e al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria i relativi accertamenti patrimoniali, aveva disposto il sequestro di beni per un valore di circa 800.000 euro nei confronti dei Rinaldi e di terzi intestatari fittizi dei beni.

La misura era stata disposta nell´ambito di un procedimento penale che vede coimputati il Rinaldi e i suoi due figli per traffico di ingenti quantitativi di varie tipologie di stupefacenti (operazione Rebound, per la quale è prevista in data odierna la sentenza di primo grado).

Il sequestro appena eseguito si aggiunge al precedente ed è dallo stesso autonomo, poiché è legato non a un singolo reato commesso ma alla pericolosità sociale dei Rinaldi, oltre che alla oggettiva sproporzione tra i beni nella loro disponibilità e i redditi da loro dichiarati. Per questo motivo, il Questore di Imperia ha richiesto non solo il sequestro di ulteriori beni, individuati grazie agli approfondimenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza, ma anche l´applicazione della sorveglianza speciale di P.S., la più grave tra le misure di prevenzione personali, sulla base delle risultanze, aggiornate dagli investigatori della Squadra Mobile, dei curricula criminali dei Rinaldi.

Nello specifico, oltre a rapporti finanziari, immobili, terreni, autovetture e motoveicoli già sequestrati penalmente, sono stati “aggrediti” dalla misura di prevenzione patrimoniale, per la successiva confisca definitiva, anche un terreno, coltivato a uliveto, sulle alture di Sanremo e la lavanderia, anch´essa nella città dei Fiori, con beni e conti correnti alla stessa riconducibili,

Per la prima volta nella provincia di Imperia, sulla base del c.d. “doppio binario”, il sequestro disposto nel procedimento penale viene affiancato dalla misura di prevenzione patrimoniale prevista dal Codice Antimafia; un segnale forte alla criminalità.

Questore Cesare Capocasa

“C’è grande soddisfazione per la brillante collaborazione tra la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza. Abbiamo portato avanti un’esperienza del doppio binario. A gennaio è stata richiesta dalla Procura della Repubblica di Imperia un sequestro in seguito all’arresto dei Rinaldi per spaccio di stupefacenti. In seguito sono stati condotti dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza una misura di prevenzione patrimoniale perché ritenuti soggetti pericolosi, che potrebbero commettere reati. Da una parte quindi una misura repressiva e dall’altra la misura preventiva, quest’ultima è la prima volta che viene richiesta la misura di prevenzione patrimoniale dal questore della provincia di Imperia. Inoltre, è la prima volta che avviene questo doppio binario. Si tratta di soggetti ritenuti in grado di commettere ulteriori reati. 

Il codice Antimafia 2011 ha consentito di applicare questa misura anche nei confronti dei criminali comuni, mentre prima era possibile solo per coloro che appartenevano a criminalità organizzata. È uno strumento che colpisce il patrimonio, ossia la ragione d’essere di questi sodalizi criminali. Colpendo il patrimonio colpiamo il sodalizio alle radici”.

Colonnello Alfonso Ghiraldini

“Il valore dei beni ammontava a circa 900 mila euro, anche se la stima è minimale. Sono beni che la famiglia Rinaldi ha messo da parte, cercando di dissimularne la proprietà, allo scopo di tutelarli dalle misure di prevenzione che si sarebbero potute applicare nei loro confronti. I Rinaldi avevano redditi quasi al limite della sussistenza e i beni avevano un valore economico. Questo sistema ci consente di operare anche nei confronti della criminalità comune, per portare via i beni che sono illegittimamente confluiti nel mercato”.

Maggiore Roberta Masci

 “Abbiamo studiato il tenore di vita della famiglia Rinaldi. Abbiamo fatto una differenza tra le entrate delle attività lecite e le uscite, limitandoci a quelle oggettivamente dimostrate. Non abbiamo considerato spese che non potevano essere altrimenti dimostrate. Nonostante questa considerazione ridotta delle uscite è risultata un’oggettiva sproporzione tra quanto i Rinaldi avevano nella propria disponibilità e quanto avevano speso. Vivevano sotto la soglia di povertà, con un reddito medio di 3.200 euro all’anno, con una spesa mensile di poco più di 260 euro al mese. È altamente improbabile che con queste cifre i Rinaldi possano aver costituito in maniera lecita un patrimonio ingente: ossia 2 abitazioni, una a Mendatica e una a Sanremo, 3 magazzini, 5 terreni coltivati a oliveto, 9 autovetture, 18 motoveicoli. In più avevano versati sui conti correnti polizze assicurative e fondi per circa 300 mila euro, anche questi oggetto di sequestro, per un totale di 900 mila euro”.

Giuseppe Lodeserto

“Oggi è prevista la sentenza di primo grado. Giuseppe Rinaldi, classe 63, e i due figli Matteo, del 91, e Luca, del 97, sono imputati in concorso tra loro di detenzione ai fini di spaccio di oltre 4 kg di cocaina e di 20 kg di marijuana. Siamo su due piani diversi. Ipoteticamente venissero assolti, questo inciderebbe sul sequestro disposto in sede penale, ma niente su quello disposto come misura di prevenzione patrimoniale. Si ritengono soggetti pericolosi socialmente, al punto che il questore ha avanzato nei loro confronti anche una richiesta di misura di prevenzione personale, in particolare la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza”.

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