25 Dicembre 2024 06:41

25 Dicembre 2024 06:41

San Bartolomeo al mare: crisi idrica, la rabbia del Sindaco Urso. “E’ il Ponte Morandi del Golfo Dianese”

In breve: Valerio Urso, Sindaco di San Bartolomeo al Mare, ha inviato alle redazioni una durissima nota stampa sulla crisi idrica che, da anni ormai,  affligge il Golfo Dianese.

Valerio Urso, Sindaco di San Bartolomeo al Mare, ha inviato alle redazioni una durissima nota stampa sulla crisi idrica che, da anni ormai,  affligge il Golfo Dianese. Crisi idrica che ha raggiunto il suo apice nelle ultime settimane, nel pieno della stagione estiva, con diverse rotture dell’acquedotto.

I ripetuti interventi dell’Amat dei giorni scorsi per riparare danni all’acquedotto del Roja nel tratto da Imperia a Diano Marina ci hanno nuovamente riportato all’emergenza, accentuata dall’ormai avviata stagione turistica, con il conseguente aumento del numero di persone che vivono nel Golfo Dianese.

E’ lecito che le persone si domandino cosa stiano facendo le varie Amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, per superare definitivamente il problema.

Il Comune di San Bartolomeo al Mare ha sino ad ora cercato di ovviare a queste problematiche in modo autonomo, costruendo vasche in quota che vengono utilizzate in caso di emergenza. Questa è però solamente una soluzione parziale e temporanea.

Aderendo a Rivieracqua, abbiamo cercato di creare un soggetto pubblico provinciale unico. L’idea era valida e lo è tuttora: far aderire tutti i Comuni (alcuni non lo hanno ancora fatto nonostante si fossero impegnati in tal senso) ad un servizio unico, per arrivare ad una tariffa unica e poter raccogliere investimenti per progetti di grande impatto su tutto il territorio, come ad esempio il collettamento delle acque reflue del dianese e dell’andorese al grande depuratore di Imperia. La situazione di Rivieracqua è abbastanza nota e mi auguro che tutti – nonostante le difficoltà – facciano prevalere al più presto il buon senso per arrivare alla soluzione finale, così com’era stata pianificata e programmata. Le rotture nel tratto Imperia-Diano non sono peraltro competenza di Rivieracqua, bensì di Amat. Anche per questo bisogna mettere fine a questa incertezza.

Riconosco che l’accordo di programma recentemente firmato a Imperia da tutti i Sindaci è ad oggi l’unica vera azione concreta intrapresa negli ultimi anni. Spero vivamente che lo si attui rapidamente. Riconoscendo a Imperia il ruolo di comune capofila dell’accordo di programma, abbiamo investito gli amministratori del capoluogo di una responsabilità che non deve essere disattesa e che tutti abbiamo l’obbligo di sostenere: vorrei che il Presidente della Regione comprenda che c’è un problema immenso e che bisogna attivarsi subito. Questa non è un’urgenza, è una emergenza. Con il dovuto rispetto per le vittime che ci sono state, questo è il Ponte Morandi del Golfo Dianese. Il calo occupazionale che deriverà dal minor numero di turisti rischia di essere incalcolabile.

Ricordo che l’accordo di programma prevede l’inizio di quella che dovrebbe essere la soluzione definitiva, cioè un’opera che prevede la posa di un tubo da Borgo Prino al primo stacco tecnico di Diano Marina, che è il tratto nel quale avvengono le rotture. E’ stato firmato dai Sindaci dei Comuni interessati che hanno nominato Imperia quale Ente capofila, la quale avrebbe messo a disposizione una parte del denaro finalizzato alla costruzione della pista ciclo pedonale di Imperia e con l’impegno di coinvolgere gli Amministratori dei vari Enti per arrivare a recuperare il denaro necessario.

Bisogna dar corso a questo accordo, recarci immediatamente in Regione, ribadire che siamo in uno stato di assoluta emergenza affinché vengano attivati tutti i protocolli possibili. Occorre che la Regione si metta immediatamente a disposizione perché abbiamo una progettualità pronta e ci aiuti a finanziare l’intervento. Questa emergenza deve finire rapidamente e auspico che tra settembre e ottobre si possa cominciare a portare a termine questo intervento, che è risolutivo non solo per Imperia e il Golfo Dianese, ma per tutta la provincia. L’alternativa è il collasso economico.

 

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