“Chiusura di bar, ristoranti e alberghi che si somma ai ritardi e alle disdette di ordini oltre confine: sono settimane buie per il settore vitivinicolo ligure, che dall’ inizio dell’ emergenza Coronavirus ha visto bloccarsi il commercio di vino a causa delle limitazioni imposte per il contenimento del contagio, con il numero di bottiglie rimaste ferme in cantina cresciute del 10,5% rispetto allo scorso anno. Conversione della destinazione d’uso per ridurre le eccedenze produttive, vendemmia verde e creazione di un clima di fiducia attorno al marchio Made il Liguria, sono modi strategici che possono dare respiro alle imprese e accompagnare il comparto fuori dalla crisi”. È come commenta Coldiretti liguria i dati relativi al periodo 28 febbraio/ 15 marzo 2020 (fonte MIPAAF – ICQRF), dai quali emergono i primi allarmanti segnali di una stagnazione dei consumi che sta portando ad una frenata del comparto, che per la qualità e notorietà della produzione, ha trainato, nel 2019, l’export agroalimentare ligure, cresciuto del 13% rispetto all’anno precedente.
“Ad oggi, a pesare sul mercato interno è stata la chiusura forzata di ristoranti, alberghi e bar, che è stata successivamente estesa anche all’estero, dove si sono peraltro moltiplicate le disdette degli ordinativi per effetto delle difficoltà logistiche, della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale con la campagna denigratoria sui prodotti italiani. Questa situazione se perdurerà nel tempo, con la ripresa del mercato del vino non prima di giugno, potrebbe portare a livello regionale ad una perdita, stimata dalla Coldiretti, di oltre 7 milioni sul fatturato regionale annuo.
“Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – sta paralizzando molti settori della nostra regione, compreso quello vitivinicolo, settore vitale dell’economia regionale, che ha visto la produzione di oltre 81 mila ettolitri di vino di qualità nell’ultima campagna, il 65% del quale rientra sotto le denominazioni DOC e IGP. Per prevenire il collasso del settore , oltre al piano salva vigneti, sono necessarie specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali da applicare a tutte le imprese agricole operanti nel settore vitivinicolo, senza le limitazioni previste dal decreto “Cura Italia”. Una necessità che va sostenuta anche garantendo liquidità alle imprese, con interventi emergenziali a livello nazionale e comunitario, senza appesantimenti burocratici.