“Dove saranno prevedibili e necessarie nuove misure restrittive, è inutile riaprire le scuole superiori per pochi giorni, magari due, per poi richiudere. Questa sarebbe solo una decisione politica voluta da qualcuno nel Governo per mettere la propria bandierina, senza nessun vantaggio per gli studenti e con molti ulteriori disguidi per le famiglie”.
Questa l’opinione del presidente della Regione Liguria sul ritorno a scuola (al 50%) degli studenti degli istituti superiori il 7 gennaio come annunciato dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal Ministro degli Interni Luciana Lamorgese.
Covid: ritorno a scuola 7 gennaio, parla Toti
“Le Regioni hanno concordato sul fatto che stiamo vivendo ancora un momento complesso, in cui il tasso di diffusione del virus è tornato a crescere, in Europa come in Italia. In più non sono ancora noti tutti i risvolti della cosiddetta “variante inglese”, con un maggiore tasso di contagiosità.
Di fronte a tutto questo, è giusto tornare alle cosiddette zone gialla, arancione e rossa, ma occorre rivedere i criteri. Oltre al criterio dell’Rt come proposto dal Governo, occorre però, per avere corretti dati per decidere, considerare anche la classificazione dei tamponi, contando quelli antigienici, il tasso di incidenza del virus e il numero di pazienti negli ospedali. Altrimenti si rischia di avere delle classificazioni regionali ingiuste e penalizzanti, o addirittura assurde, che puniscono chi fa più tamponi.
Inoltre, dove saranno prevedibili e necessarie nuove misure restrittive, è inutile riaprire le scuole superiori per pochi giorni, magari due, per poi richiudere. Questa sarebbe solo una decisione politica voluta da qualcuno nel Governo per mettere la propria bandierina, senza nessun vantaggio per gli studenti e con molti ulteriori disguidi per le famiglie.
Continuerà il confronto sia per le regole che varranno dal 7 al 15 gennaio, sia sul nuovo Dpcm che varrà dal 16 gennaio per le settimane a venire”.