22 Novembre 2024 05:52

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22 Novembre 2024 05:52

Imperia: crisi Rivieracqua, preoccupazione dei Sindacati. “A rischio centinaia di posti di lavoro, la politica si faccia carico della situazione”

In breve: Le Organizzazioni Sindacali di Categoria (Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil) esprimono forte preoccupazione sul futuro di Rivieracqua.

Le Organizzazioni Sindacali di Categoria (Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil) esprimono forte preoccupazione sul futuro di Rivieracqua.

Imperia: futuro di Rivieracqua, la preoccupazione dei Sindacati

“Ci risiamo – scrivono in una nota le sigle sindacati – ancora una volta si torna a parlare del possibile fallimento di Rivieracqua, questa volta però la voce non giunge dagli organi di informazione o da qualche soggetto politico, ma bensì a prospettare questo scenario è il Tribunale di Imperia che con decreto del 3 agosto u.s. avvia il procedimento di revoca dell’ammissione al concordato preventivo presentato dalla società consortile concessionaria dell’Ato idrico imperiese.

Non solo, lo stesso Tribunale evidenzia anche la possibilità di intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori per la gestione non troppo oculata della questione debitoria, oltre all’avere stipulato convenzioni poco chiare con i soggetti che prima del conferimento a Rivieracqua gestivano gli acquedotti.
Per chiarire la posizione delle OO.SS. è necessario fare un breve excursus storico.
Nel novembre 2012 nasce RIVIERACQUA S.C.p.A., società pubblica candidata alla gestione dell’ATO idrico provinciale, all’interno della quale devono confluire tutti i comuni della provincia, eccetto quelli sotto i 1000 abitanti per effetto della Clausola di Salvaguardia.

Con delibera n° 29 del 13 novembre 2012 l’Autorità d’Ambito stabilisce l’affidamento del servizio “in house” a RIVIERACQUA e decide che tutti i comuni, esclusi quelli sotto i 1000 abitanti esercitanti la clausola di salvaguardia, diventino soci in quota parte, in base al numero degli abitanti residenti, della neo nata società.
Nel periodo dal 2012 al 2015, a guida Saldo, Rivieracqua si rivela una società fantasma subentrando nella gestione del servizio idrico solamente nei comuni del comprensorio dianese.
Alla fine del 2015, dopo la minaccia del commissariamento dell’Ato idrico imperiese da parte della Regione, si inizia a lavorare per rendere efficiente Rivieracqua e per procedere con l’acquisizione di tutti gli impianti della Provincia.

A questo punto viene chiesto alle Organizzazioni Sindacali di collaborare con la società e con tutte le istituzioni per rendere operativa Rivieracqua e dare finalmente corso alla nascita del gestore unico provinciale.
Le OO.SS. se pur specificando che non è compito delle stesse entrare nel merito delle decisioni di carattere gestionale della società, hanno manifestato la loro disponibilità a prendere parte fattivamente al percorso che si andava delineando.

Nel proseguo di questa storia, in tutte le occasioni di incontro ed ad ogni livello di trattativa, siamo stati presenti con i vari CdA che nel tempo si sono succeduti, con le varie Amministrazioni Comunali, con la Provincia, con il Commissario ad acta ed anche con il Prefetto, evidenziando di volta in volta le problematiche e le criticità che sorgevano.

Oggi purtroppo constatiamo che le nostre preoccupazioni erano fondate, con il risultato che oggi si rischia di vedere vanificato tutto il lavoro svolto. A questo punto si rende necessario che la politica metta da parte il campanilismo e che si faccia immediatamente qualcosa per salvare la società.

Considerando che Rivieracqua, una volta a pieno regime, diverrebbe una delle Società con il maggior numero di occupati della Provincia e se includiamo tutti i lavoratori dell’indotto, sicuramente sarebbe tra le prime, appare chiaro che le preoccupazioni espresse dalle OO.SS. non erano infondate, in quanto sono a rischio centinaia di posti di lavoro.

Le Organizzazioni Sindacali, in attesa dell’incontro richiesto con urgenza al Presidente e al C.d.A. di Rivieracqua, chiedono a gran voce che chi ha il potere decisionale si faccia carico della situazione senza perdere ulteriore tempo, per scongiurare futuri scenari che facciano ricadere le scelte sbagliate sempre su i soliti: lavoratori e cittadini”.

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