27 Dicembre 2024 09:04

27 Dicembre 2024 09:04

Ecosistema Urbano 2023: Imperia passa dal 70° posto al 54°. Bene la raccolta differenziata, maglia nera in Italia per la gestione del verde pubblico /La classifica di Legambiente

In breve: Quest’anno in testa alla Classifica 2023 ci sono Trento che guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone, mentre al sesto posto si piazza La Spezia

Esce oggi Ecosistema Urbano 2023 – il rapporto di Legambiente realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore che analizza la qualità e le performance ambientali di 105 comuni capoluogo.

I dati della 30° edizione mostrano un’Italia che cresce ancora troppo lentamente dove le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, raccolta differenziata che restano le questioni più critiche da affrontare.

Quest’anno in testa alla Classifica 2023 ci sono Trento che guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone, mentre al sesto posto si piazza La Spezia che continua a scalare la classifica (l’anno scorso era al 9°posto). Imperia, invece, dal 70° posto del 2022 risale al 54°.

Nonostante il netto miglioramento, la nostra provincia è maglia nera in Italia per la gestione del Verde Urbano, insieme a Messina e Crotone.

Ecosistema Urbano di Legambiente: Imperia al 54° posto

Per quanto riguarda i dati riferiti alla Liguria desta preoccupazione la situazione di Genova che continua la lenta discesa della classifica attestandosi in 58° posizione (era 53° nel 2022) mentre migliorano gli altri capoluoghi di provincia: Savona dal 50° posto del 2022 arriva al 37°, Imperia dal 70° del 2022 risale al 54°, la migliore performance ancora una volta è quella della Spezia che dalla nona posizione del 2022 raggiunge la sesta.

Andando ad analizzare meglio gli indicatori ambientali del Dossier, emerge la necessità di migliorare la qualità dell’aria nella nostra regione dal momento che è ben oltre i limiti dei valori annuali fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di 10 µg/m³ per il biossido di azoto (NO2) e 15 µg/m³ per le PM10.

«La qualità dell’aria peggiora nei quattro capoluoghi di provincia – spiega Federico Borromeo, Direttore di Legambiente Liguria – per quanto riguarda il superamento dei parametri dell’ozono la causa va ricercata nell’aumento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici, mentre per gli altri indicatori, come le polveri sottili e il biossido di azoto, le cause sono dovute ai fumi delle navi e al traffico costante che ammorba l’aria delle nostre città; a farne le spese sono le persone più fragili. Vedremo il prossimo anno se le ordinanze emesse dal comune di Genova provocheranno qualche effetto positivo».

Nel dettaglio. A Genova: per quanto riguarda l’ozono sono 43 i giorni di sforamento dei valori soglia (nel 2022 erano 30), mentre la concentrazione media di biossido di azoto è pari a 29,45 µg/m³ sopra la media nazionale di 21,97 µg/m³ ed è una delle sette città in Italia in cui almeno una centralina ha superato il valore limite di 40,00 µg/m³. Leggero peggioramento per le PM10 che da 17,17 µg/m³ passano a 18,17 µg/m³.

Imperia è l’unico capoluogo di provincia in cui diminuiscono le giornate di sforamento di ozono da 24 (2022) arriva a 16 nel 2023; il biossido di azoto passa dal 12,50 al 15,33 µg/m³. Non migliorano neanche le polveri sottili che si attestano al 17,00 µg/m³.

Alla Spezia le giornate di sforamento dell’ozono passano da 4 (2022) a 5, il biossido di azoto che passa da 23,00 a 22,89 µg/m³. Le PM10 si attestano al 17,89 µg/m³.

Per ciò che riguarda Savona l’ozono peggiora in maniera considerevole passando dalle 17 giornate del 2022 alle 28 del 2023; il biossido di azoto resta invariato a 17,50 µg/m³ mentre le PM10 hanno un peggioramento e arrivano al 17,50 µg/m³.

Ancora troppo alto il dato dei rifiuti prodotti pro capite (kg/ab): 556,0 kg/ab a Savona (era 540,4 nel 2022) dato peggiore regionale, 503,0 kg/ab a Genova (era 515,9 nel 2022), 446,0 kg/ab ad Imperia (era 466) e 497,0 kg/ab alla Spezia (era 499,6) segno di una raccolta differenziata che, fatta eccezione per La Spezia (78,3%), non cresce quanto dovrebbe. I numeri sono pressoché gli stessi dell’anno precedente: leggermente migliorata Genova 38,6% (era 36,2 nel 2022), Savona 44,5% (era 41,4%) e Imperia a 67,8% (era 67,3%).

«Da questi dati è evidente che occorre un’accelerazione nell’applicazione delle misure previste dal Piano regionale dei rifiuti in particolare per l’adozione della tariffazione puntuale, per le politiche volte alla riduzione e per la realizzazione dei biodigestori», aggiunge Borromeo.

Per quanto riguarda il consumo domestico di acqua, la Liguria riduce i consumi migliorando rispetto alla media italiana (159 l/ab giorno) ad esclusione di Savona con 163 l/ab giorno, La Spezia 142, Genova 136, Imperia 102.

Rimane comunque alto il dato sulla dispersione idrica di acqua potabile dove la media nazionale, pari al 36%, viene nettamente superata dal 53,0% di La Spezia e dal 49% di Imperia. Genova e Savona disperdono rispettivamente il 27% e il 15%.

«A fronte di queste dispersioni pensiamo sia giusto investire sull’efficientamento della rete di distribuzione, sul recupero delle acque reflue per il riuso (lavaggio strade, irrigazioni…) prima di affrontare progetti impattanti quali grossi impianti di desalinizzazione di cui invece si continua a parlare» – continua Borromeo.

Per quanto riguarda il Trasporto pubblico locale, Genova è al secondo posto per numero di passeggeri che sono 360 pass/ab dietro soltanto a Venezia con un incremento pari al 23% rispetto al 2022 ma resta invariata l’offerta del servizio con una percorrenza km-vettura/abitante pari a 48. Questo dimostra un peggioramento della qualità del servizio offerto.

Imperia resta invariata con 11 passeggeri su ab. e 16 km-vettura/ab. Savona passa da 39 a 42 pass/ab ma scende da 36 a 35 km-vettura/ab. Migliora La Spezia passando da 70 a 102 pass/ab e da 38 a 43 km-vettura/ab.

Ancora troppo poche le isole pedonali (mq per abitante) Genova segna 11,0 mq/100 ab (pari alla dimensione di un foglio A4 per persona, come nel 2022), a Savona 17,2 mq/100 ab, La Spezia 5,5 mq/100 ab e Imperia 5,8 mq/100 ab.

Dati ampiamente sotto la media nazionale pari a 48,43 mq/100 ab.

Migliorano leggermente le infrastrutture ciclabili regionali pur restando molto al di sotto della media nazionale (10,65 m eq/100 ab): Genova non raggiunge ancora il metro per abitante (0,73) Imperia 6,89 metri equivalenti su 100 abitanti, La Spezia 4,91 m eq/100 ab, Savona 4,69 m eq/100 ab.

«A Genova si auspica che incomincino presto gli interventi deliberati per le ciclabili urbane ed universitarie, peraltro finanziati da PNRR, che come sappiamo ha dei tempi stringenti», aggiunge Romolo Solari, FIAB Genova.

Da segnalare la cattiva gestione del verde pubblico con performance al di sotto della media nazionale e dove si evidenzia la difficoltà sul reperimento di dati aggiornati. A Genova ci sono 14 alberi per 100 abitanti,12 alla Spezia, 8 a Imperia, non disponibile il dato di Savona. La media nazionale sono 24 alberi/100 ab.

Per quanto riguarda l’incidentalità stradale e il numero di auto e moto per abitanti elaboreremo da fonti aggiornate i dati in occasione della campagna Clean Cities nei primi mesi del 2024.

Ecosistema Urbano di Legambiente: i dati in Italia

Per Legambiente in questi 30 anni a rallentare la crescita sostenibile delle città sono stati interventi troppo a compartimenti stagni che non hanno permesso quella accelerata che serviva alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale. E così accanto ai lenti e progressivi miglioramenti come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022); non ci sono miglioramenti, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capite all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capite all’anno nel 2022).

Numeri sempre elevati delle concentrazioni di biossido di azoto di Milano, Torino o Palermo o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino, ancora troppe le auto circolanti e gli oltre 8 morti e feriti ogni 1000 abitanti per incidenti stradali registrati a Firenze o Genova.

Il metodo: La disamina dell’insieme delle aree urbane – disponibile grazie al sistema di valutazione di Ecosistema Urbano esamina oltre 30mila dati raccolti attraverso questionari inviati da Legambiente ai 105 Comuni capoluogo e informazioni di altre fonti statistiche accreditate. I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente sono 19 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati). La media del punteggio dei capoluoghi sale e si attesta a 56,41%. Quota 100 non è raggiunta da nessuna città e, a differenza della passata edizione, dove nessuna città riuscì a superare quota 80, quest’anno ci riescono in tre: Trento, Mantova, Pordenone. La soglia dei 75 punti su 100 quest’anno è oltrepassata, oltre che dalle prime 3, anche dalla quarta, Treviso, e dalla quinta, Reggio Emilia.

Sono invece 11 le città che superano il punteggio di 70 su 100 (tra queste La Spezia).

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