“Con una miopia politica con rari precedenti, oggi, con questa mozione di sfiducia, le opposizioni tentano una spallata politica che non solo non riuscirà nei numeri, ma conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la propria inadeguatezza a guidare questa regione”. Così il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio scorso dopo l’arresto per corruzione, in una lettera, consegnata dal Governatore all’assessore Giacomo Giampedrone dopo l’incontro avvenuto nei giorni scorsi su autorizzazione della Procura e letta questa mattina in consiglio regionale per replicare alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni.
Contestualmente, numerosi manifestanti si sono riuniti all’ingresso del Consiglio regionale, come già accaduto nelle scorse sedute, con cartelli di protesta contro la corruzione politica. In particolare, l’associazione “Genova che osa” ha organizzato un flash mob, disponendo alcune paia di scarpe di fronte all’entrata dell’assemblea, insieme a uno striscione con la scritta “contro mafia e corruzione in politica” (foto di Goodmorning Genova).
Liguria: mozione di sfiducia in consiglio regionale, ecco la lettera di Toti
“Dopo un decennio di costanti sconfitte, politiche ed elettorali, la stessa classe dirigente della sinistra che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie ad una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po’del terreno perduto.
Lo fa sfruttando l’eco di una inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno senza condanne. Infatti non dirò una parola su questa, neppure quello che potrei dire, imitando le opposizioni, sulle ombre lunghe che riguardano il Partito Democratico. Una mozione presentata di fretta, non sia mai che tutto si sgonfi. Non imiterò le opposizioni, parlando delle ombre lunghe che riguardano il Partito Democratico in Liguria. E qui sta il primo sintomo di debolezza politica. Perché nella vostra mozione non c’è nulla di politico, anzi, c’è il contrario. C’è una politica che anziché difendere le proprie prerogative, autonome e parallele a quelle degli altri poteri dello Stato, se ne fa megafono o ruota di scorta, nella speranza di raccogliere qualche briciola. Che delusione, per gli eredi di una tradizione che della centralità della politica aveva fatto la propria stella polare, ritrovarsi oggi a balbettare e ripetere quanto letto sui giornali circa una inchiesta ancora tutta da verificare.
Ci saremmo aspettati, anche da parte vostra, una orgogliosa volontà di portare avanti un mandato popolare che pure anche voi per sedere qui avete ricevuto. Ha purtroppo prevalso la volontà di screditare il vostro ruolo e quello del Consiglio di cui fate parte, chiamato da voi ad un dibattito pregiudiziale che anticipa le stesse rilevanze istruttorie. Avete deciso di continuare sulla strada di una politica con la P minuscola, subalterna, pur di approfittare di questo presunto momento di debolezza, cercando di raggiungere un obiettivo che non ritenete raggiungibile con le vostre capacità e la vostra credibilità. Non vi preoccupate, anche oggi, come facciamo ormai da nove anni, siamo qui per rimediare alle vostre incapacità, oggi più palesi che mai, di confrontarvi sui temi e sui progetti, non sui pregiudizi. E anche oggi vi dimostreremo che siamo in grado di assumerci, davanti agli elettori, le responsabilità che voi non siete stati in grado di fare proprie.
La vostra Liguria era una terra in ombra, felice di stare un passo indietro, nella speranza che scomparendo dalla mappa della politica scomparisse anche la mediocrità della sua classe dirigente. La vostra Liguria era una Regione in cui l’ambizione era una colpa, il merito qualcosa da nascondere, per evitare spiacevoli confronti, l’appiattimento una virtù, l’impresa privata non una risorsa, ma un simbolo di egoismo, oddio, forse non proprio tutte.
Oggi la Liguria è qualcosa di altro e lo rivendichiamo con maggiore orgoglio che mai. Oggi la Liguria è un modello di capacità di scelta, di attrazione degli investimenti, di velocità di realizzazione. Ci siamo chiesti il perché del vostro odio verso ogni infrastruttura che stiamo realizzando, verso ogni progetto che si sta costruendo. Anche quelli che pure voi in antri tempi avreste voluto. Ci siamo chiesti perché il vostro tifo sfegatato per ogni inciampo, per ogni bizantinismo che possa rallentare qualcosa che pure sapete che serve, per ogni esposto, comitato, per ogni no di qualsiasi tipo. Pure quelle stesse opere che altrove, a Roma, avete approvato qui non riuscite a farle vostre. Oggi, con la vostra mozione arruffata e confusa, che mette tutto insieme, anche questo odio si comprende meglio: voi non odiate le opere e i progetti in quanto tali, voi li odiate in quanto unità di misura della vostra incapacità, passata e presente. Voi odiate quello che ricorda, e soprattutto ricorda agli elettori, la vostra mediocrità e inconcludenza. Odiate ciò che testimonia la vostra incapacità di scegliere e agire. Odiate cioè tutto ciò che richiama la vostra incapacità, che distingue la vostra impreparazione al Governo da chi invece sa assumersi questa responsabilità. Voi volete distruggere il “modello Liguria” che in questi anni, con la orgogliosa reazione al crollo del Morandi è stato costruito. Anzi, volete che qualcos’altro lo distrugga per voi, mentre voi fate il tifo dagli spalti, senza neppure il coraggio di scendere in campo.
Ve lo dico ora e per il futuro, non esistono carte bollate di un Tribunale che possano surrogare la vostra insipienza e il vostro opportunismo. I tempi ci diranno l’esito di una inchiesta da cui nessuno vuole sottrarsi, anzi, il Presidente Toti fin da subito si è messo a disposizione dei magistrati per chiarire tutti i contorni di questa vicenda. Sono certo che i magistrati avranno la sensibilità politica nel consentirgli di tornare presto in questa aula ed affrontare, nei termini dovuti e nei tempi opportuni, tutte le valutazioni che dovremo fare, nel Governo, nella maggioranza e in questa aula.
Oggi, come lui ha fatto, noi rivendichiamo l’interesse pubblico in ogni nostra scelta. E sono certo che anche la maggior parte dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro Governo. Pochi nostalgici, per ideologia o odio sociale, vorrebbero vedere oggi la Liguria tornare ad essere un pezzo sbiadito di una cartina geografica del passato che voi rappresentate. Non accadrà. Oggi siamo più uniti che mai, ringrazio tutti i leader locali e nazionali che hanno senza tentennamenti espresso la propria opinione e posizione. Uno su tutti, Matteo Salvini, che, venendo a posare il primo cassone della diga la settimana scorsa, non solo si è preso un merito che gli spetta, ma ha rivendicato una storia che è di tutti noi.
Cari amici delle opposizioni, oggi non solo perderete nel voto di questa mozione, ma ancor prima avete perso il senso del vostro ruolo e credendo di sottolineare una nostra debolezza non vi siete resi conto di aver mostrato invece tutta la vostra. Per questo, oltre la mozione, continuerete a perdere anche le elezioni”.