Si è svolta oggi, giovedì 5 dicembre 2024, presso l’Expo Salso di Imperia, la presentazione del libro “Confesso: ho governato”, scritto dall’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Durante l’incontro, moderato dal giornalista Paolo Liguori, è intervenuto anche il sindaco e presidente della provincia di Imperia, Claudio Scajola, che ha condiviso alcune riflessioni sul testo e sul percorso politico dell’autore.
L’ex presidente Toti, lo ricordiamo, era stato arrestato con l’accusa di corruzione. Lo scorso 1 agosto aveva poi ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, decisa dal giudice per le indagini preliminari, Paola Faggioni, su richiesta del suo legale, l’avvocato Stefano Savi.
Tra il pubblico, da i numeri ristretti, anche Claudio Marzocco, amministratore delegato del Gruppo Marzocco, uno dei principali sviluppatori immobiliari di Monaco. La sua azienda è riconosciuta per la costruzione e la ristrutturazione di immobili di alta qualità. Presenti anche i sindaci di Alassio e Andora, assessori comunali di Imperia e l’assessore regionale Marco Scajola.
Giovanni Toti a Imperia presenta il suo libro e difende la sua azione amministrativa
“Abbiamo cercato di fare il meglio possibile fin quando ci è stato consentito di farlo e credo che i cittadini della Liguria pure lo abbiano riconosciuto in qualche modo andando alle urne e sostanzialmente sposando una linea di continuità rispetto all’amministrazione che abbiamo portato avanti per nove anni.
Il libro non vuole essere un racconto solamente ligure, si parla della Liguria per analizzare problemi profondi che ci sono nella politica italiana e non è neanche il libro che racconta dell’ennesimo scontro tra politica e giustizia, perché io ritengo che i magistrati possano, come tutti gli esseri umani, sbagliare in buona fede, in mala fede, questo succede a tutti, ma il vero tema è quanta strada e quanto Passo ha lasciato la politica rispetto alle proprie responsabilità, alle proprie prerogative ad altri poteri dello Stato.
Questo lo si vede, ahimè, nei momenti difficili come quello che ha vissuto personalmente io e la Regione Liguria questa estate, ma lo si vede anche costantemente negli stretti spazi in cui la politica poi deve decidere, si trova molto spesso a farlo in strettoie con autorità concorrenti, autoriti, corti dei conti, una serie di leggi che la politica stessa ha fatto per limitare se stessa.
Quello che libro vuole, auspica, suggerisce, ispira è una riforma profonda che non è solamente la riforma che il ministro Nordio meritoriamente sta provando a portare avanti dopo molti anni, ma è anche una pulizia legislativa che ridì alla politica la possibilità di fare politica, di finanziarsi attraverso il mondo delle imprese e delle professioni, di poter intervenire con scelte politiche all’interno dell’amministrazione dando degli atti di indirizzo senza per questo dover finire processati in una qualsiasi corte.
Nella peggiore dei casi ovviamente la Procura della Repubblica ma anche la Corte dei Conti non è certamente una cosa piacevole così come le varie autority che più volte si sono espresse su operazioni, penso la diga del Porto di Genova e molto altro.
Abbiamo scelto il patteggiamento molto semplicemente per un motivo, perché dopo un’estate in cui siamo stati descritti come un’associazione a delinquere della peggior specie, in realtà la Procura stessa ha ammesso che non ci siamo arricchiti, non abbiamo preso un soldo, tutto era tracciato e che gli atti che abbiamo prodotto sono atti legittimi della pubblica amministrazione, tant’è vero che sono ancora in vigore.
Se noi fossimo andati in tribunale a discutere se un atto legittimo è un finanziamento tracciato secondo una legge del 2012 è diventato un asservimento della funzione? Avremmo recitato una pessima scenografia con due attori non protagonisti, un amministratore e la procura della Repubblica, quando deve essere il parlamento a dire francamente quali sono i limiti.
Oggi esiste una legge in Italia che non consente di stabilire sostanzialmente qual è il limite tra il finanziamento
della politica, legittimo e tracciato e qual è la giusta attività di indirizzo della politica che invece può e deve intervenire anche a favore di chi ha dato un sostegno alla politica stessa.
Oggi paradossalmente se lei che non ha mai dato niente al mio movimento politico mi chiede qualcosa di legittimo ha tutto il diritto di farlo, ma se lei ha finanziato la politica perde il diritto di chiedere un suo legittimo diritto e questo trovo che sia una cosa assurda e spero che anche questo patteggiamento che non vuol dire come lei sa riconoscersi colpevole, vuol dire semplicemente non andare in aula, vuol dire responsabilizzare la politica e il Parlamento e darci una risposta su quelle che restano risposte in evase del sistema.
Tornerò in politica? No, ora no, francamente no, abbiamo dato come si dice in questi casi, abbiamo dato credo anche con grande impegno e generosità. Dopodiché adesso c’è un’altra amministrazione regionale a cui auguro buona fortuna, ci sono tanti sindaci che tra mille difficoltà continueranno a fare il loro lavoro.
Io mi auguro che questo Parlamento e la politica, ahimè, però è una politica che deve svegliarsi perché oggi penso che la politica oscilli da un lato tra chi cavalca le inchieste quando gli è conveniente, a destra quando è la sinistra essere indagata, a sinistra quando è la destra, la vive come se fosse un male ineluttabile oppure in qualche modo addirittura ritiene che sia impossibile modificare questo sistema. Io credo che invece si possa fare ma serve un po’ di coraggio, coraggio che talvolta non ho visto neanche nella coalizione di centrodestra.
Il mio problema è secondo me un rapporto tra politica e politica, la politica si deve riappropriare gli spazi della politica e credo che il finanziamento privato della politica sia un modo giusto e legittimo, l’abbiamo visto funzionare negli Stati Uniti pochi mesi fa con le elezioni del presidente Trump, ma comunque fosse andata è così.
Io credo che sia la politica ad essersi totalmente indebolita da mani pulite in poi, cancellare le prerogative di immunità dei parlamentari, costruire una serie di leggi come il traffico di influenze, il voto di scambio, che da un lato non funzionano in alcuni casi e dall’altro creano dei cortocircuiti che impediscono alla politica. La democrazia è un grande voto di scambio, il reddito di cittadinanza era un gigantesco voto di scambio, ma non lo trovo scandaloso, trovo che sia politica.
Semplicemente abbiamo deciso che il metro della politica talvolta, anziché essere gli elettori, è qualche corte di giustizia le più svariate. Credo che questo indebolisca tutta la politica.
No, non mi sono affatto pentito il rapporto con Spinelli, Spinelli ha avuto quello che doveva avere e che era legittimo che avesse, è stato raccontato in modo sbagliato, non sono pentito di esserlo andato a trovare in barca come non sono pentito di essere andato a trovare a Ponte a Ginevra, come non sono pentito di aver trattato con gli imprenditori.
Se Regione Liguria è cresciuta più del resto d’Italia per molti anni e oggi poi subito dopo l’inchiesta ha avuto un crollo del suo PIL, io credo che sia Francamente la dimostrazione è che per far crescere un territorio in un mondo competitivo tra politica e impresa ci deve essere fiducia.
Io mi aspettavo che i cittadini ci avrebbero dato ragione rispetto a quello che abbiamo fatto.
Bucci ha vinto grazie ai Liguri, poi questo è un territorio che ha sempre avuto maggiori simpatie e orientamento per il centro-destra e ha fatto il suo dovere fino in fondo anche questa volta.”
Claudio Scajola alla presentazione del libro di Giovanni Toti
“L’equilibrio è il senso della giustizia vera, ma dove invece c’era la necessità della spettacolorizzazione delle vicende del processo di popolo e non del processo fatto sulle carte dove non c’era niente.
A suo avviso è necessario un cambiamento sulla legge del finanziamento pubblico ai partiti, finanziamento privato?
Credo che sia un’ipocrisia quello di pensare che la politica non sia un costo e poiché la democrazia è fondamentale in chi ci crede per governare i paesi c’è anche la necessità che i partiti possano avere le risorse in quali modi in quali forme. Sicuramente con la limpidezza si è fatti dei percorsi altalenanti in questa vicenda per cui dal finanziamento si è passati all’abolizione del finanziamento ad una palese evidente difficoltà dei partitia poter esprimere, a far conoscere le loro opinioni.
È un tema che va sicuramente valutato con serenità.
Sicuramente sono aspetti che fanno pensare, fanno riflettere, fanno capire che ognuno ha un suo modo in cui fa politica ma altrettanto fanno capire che la giustizia non può essere etica, ma la giustizia si fa sulle leggi e sulla verifica della trasgressione delle leggi.
Poi c’è il giudizio etico, morale, sui comportamenti, sui movimenti, sulle atteggiamenti. Ma quella è un’altra parte. Ho l’impressione che su quella inchiesta lì si siano mischiate le due cose e dov’è il confine è difficile.
Io ho sempre preferito ricevere nel mio ufficio. Grazie”.