Lucio Sardi, consigliere di minoranza del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, accende i riflettori su una vicenda che sta scuotendo l’amministrazione comunale. Al centro della polemica c’è il ricorso presentato al Tar dall’Autorità per la tutela della concorrenza, che contesta la procedura di assegnazione delle nuove concessioni demaniali turistiche.
Secondo Sardi, questa decisione rappresenta una “scossa” ancora più forte di quelle sismiche avvertite dalla cittadinanza, mettendo in luce quelle che definisce ”gravi criticità nella gestione della giunta Scajola”.
Sardi non risparmia critiche neppure al sindaco, che in un recente post sui social ha indicato i “quattro guastatori” – tra cui lo stesso consigliere – come responsabili di rovinare l’immagine della città. Definizione che, secondo Sardi, nasconde l’incapacità di affrontare le critiche costruttive e di riconoscere le reali esigenze dei cittadini.
Terremoto politico a Imperia: Sardi contro Scajola, “La vera scossa è il ricorso dell’Antitrust”
“I veri avversari della narrazione del sindaco – scrive Sardi – non siamo noi consiglieri, ma i sensi stessi dei cittadiniimperiesi, stanchi di una città che offre sempre meno a molti e sempre di più a pochi”.
La giornata del 18 marzo 2025 è stata segnata da due eventi sismici comprensibilmente allarmanti per i cittadini che hanno nitidamente percepito le due scosse di terremoto registrate nel pomeriggio e nella serata.
Un evento che, per fortuna, non ha creato danni ma che ci serve da monito per ragionare in merito all’importanza della prevenzione sul rischio sismico e che rende ancora più evidente l’insensatezza dei tagli dei fondi agli enti locali, su tale materia operato dalla finanziaria del governo Meloni. Peccato che la mozione da noi portata in discussione in consiglio comunale per condannare e chiedere il ritiro di quei tagli, sia stata prima per ben due volte boicottata dalla maggioranza facendo mancare il numero legale e poi bocciata.
Ma la scossa più forte che ha aperto una crepa (più profonda di quelle che ormai si trovano lungo tutte le strade cittadine) nel bunker della propaganda in cui si sono rinchiusi il sindaco e la sua maggioranza, è stata la notizia del ricorso al Tar promosso dall’autorità per la tutela della concorrenza, contro la gara per l’assegnazione delle nuove concessioni demaniali turistiche. Per l’autorità pubblica che ha la funzione di tutelare il rispetto delle regole della concorrenza, la frettolosa procedura per l’assegnazione delle concessioni delle spiagge cittadine messa in atto dalla giunta Scajola e spacciata come esempio di efficienza, non ha invece sostanzialmente garantita a nuovi operatori la possibilità di partecipare all’assegnazione. Che si sia trattato di una gara che nulla aveva a che fare con la concorrenza, è dimostrato dal fatto che, di tutte le concessioni cittadine, solo due non sono state riassegnate ai precedenti gestori e una delle due, che era per forza destinata a passare di mano per obbligo di legge, è passata in pratica dai genitori ai figli.
Peccato che il “capolavoro” messo in atto dalla giunta Scajola che, senza curarsi delle richieste preventive proprio dell’autorità della concorrenza, ha voluto fare il primo della classe anticipando i tempi nell’avvio dei bandi e finendo oggettivamente per agevolare i precedenti gestori (uno dei quali fa pure parte della sua giunta), ha finito per scaricare su quei soggetti la preoccupazione e i potenziali effetti negativi per il rischio di perdere l’assegnazione della concessione. Ormai è evidente che se a mettersi contro al sindaco si corre il rischio di dover subire qualche scortesia (basta chiedere agli operatori dei cantieri navali, del porto commerciale o ai taxisti per avere conferme), trovarsi oggetto di qualche sostegno da parte sua comporta quasi certamente guai peggiori (come dimostrato anche dal caso Maiolino).
A giudicare dalla sconclusionata denuncia diffusa dal sindaco sui social, potrebbe venire il dubbio che i quattro “guastatori” che ritiene colpevoli di rovinare l’immagine della città, possano essere proprio l’antitrust che, insieme ai giudici di pace (che annullano le multe), la cassazione (che mette in discussione gli autovelox) e ovviamente i giudici (che osano chiamarlo a processo per la vicenda Maiolino), tramano per metterlo in cattiva luce.
I reali destinatari dell’editto scajolano sono invece i troppo intraprendenti e impiccioni consiglieri comunali che lui e i suoi capigruppo “fuoriclasse” (in quanto evidentemente fuori dall’aula quando c’era lezione di politica), attaccano e insultano ad ogni occasione per poi, un attimo dopo, cambiare d’abito e dichiararsi vittime di aggressioni e cattiverie.
Il sindaco dovrebbe invece capire che i veri acerrimi e invincibili avversari della sua narrazione sulla condizione della città, non sono quattro consiglieri che svolgono quel ruolo con puro spirito di servizio e nel loro tempo libero, ma quattro sensi dei cittadini imperiesi. L’azione dei quattro agitatori delle coscienze civiche ha semmai accelerato l’insoddisfazione di quei cittadini che si sono stufati di vedere una città carente di servizi e di manutenzione, di percepire la puzza di fregatura leggendo le bollette dell’acqua, di sentire tanta arroganza e insofferenza alle critiche da parte di chi li governa e di toccare con mano la difficoltà di vivere in una città che sembra offrire sempre meno a tanti e sempre di più ai soliti. Una insoddisfazione crescente che li ha convinti a proteggere almeno il quinto senso del gusto, evitando di continuare a mandare giù con rassegnazione ogni decisione che arriva da chi, in questa città, decide tutto ma non se ne assume mai la responsabilità se le cose vanno male.
Piccola nota finale visto il tentativo velato del sindaco di scaricare sui consiglieri “guastatori” la responsabilità di aver indotto l’azione dei due presunti graffitari-pirla individuati quali presunti autori della scritta contro Scajola su un muro nella zona di Castelvecchio. Le uniche azioni messe in atto dai pericolosi consiglieri di opposizione per indurre l’uso di pitture in luoghi pubblici, è il sostegno alla raccolta di firme per il referendum per l’abolizione dell’aumento dei parcheggi a pagamento nei centri storici, che obbligherebbe il comune a farli ripitturare di bianco.
Sarebbe bello che, in caso di individuazione e condanna degli autori dei graffiti contro il sindaco, questi, vista l’esperienza in materia, potessero essere condannati alla pena alternativa di occuparsi di tale compito, magari con l’aggravio di pena di farlo sotto indicazione dell’attuale sindaco, ove anche lui dovesse ricorrere a tale istituto di espiazione della pena, in caso di esito a lui sfavorevole nel procedimento in cui è imputato per le pressioni sull’ex comandante della polizia municipale.
Per raggiungere l’obiettivo di cancellare i nuovi parcheggi a pagamento nei centri storici sarà però necessario che i cittadini imperiesi si armino di pacifiche penne e matite, ora per sottoscrivere la richiesta di referendum e un domani per andare a votarlo, riappropriandosi del gusto alla partecipazione democratica che, in questi tempi bui, andrebbe recuperato mettendo da parte l’indifferenza e la rassegnazione che spesso li inducono invece ad astenersi”.