26 Marzo 2025 10:00

Chiusavecchia: discarica di sfalci e potature. Il TAR respinge il ricorso dell’imprenditore sull’ordinanza di sgombero

Nell’estate del 2024, precisamente nel mese di luglio, il Nucleo Carabinieri Forestali e la Polizia Provinciale avevano scoperto una sorta di discarica abusiva di materiale derivante da sfalci e potature a Chiusavecchia, nella località Gombi di Ricci, sezione Sarola, nei pressi dello stabilimento Munters.

Il materiale verde si trovava all’interno di un deposito riconducibile ad un imprenditore locale e, secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, tale materiale sarebbe stato conferito senza la necessaria documentazione prevista dalla normativa, in violazione del Testo Unico Ambientale (TUA).

Il rapporto delle forze dell’ordine e l’ordinanza del Comune

Nel rapporto si evidenzia che l’area era recintata con catena e lucchetto e che al suo interno si trovavano tronchi, rami e altri scarti vegetali. I verbali sono stati trasmessi alla Provincia, che a sua volta ha informato l’autorità comunale, segnalando anche i potenziali rischi di incendio dovuti alla presenza del materiale.

Il 24 ottobre 2024, il Comune di Chiusavecchia ha quindi emesso un’ordinanza che obbligava l’imprenditore e il proprietario dell’area, alla rimozione e allo smaltimento dei materiali entro 60 giorni.

L’uomo ha però deciso di impugnare l’ordinanza, sostenendo che i materiali rinvenuti non erano rifiuti, bensì residui agricoli destinati alla biotriturazione e al compostaggio, attività comprese nell’ambito operativo della sua impresa.

Il ricorso al TAR e la decisione finale

Il TAR, tuttavia, ha respinto il ricorso, riconoscendo che si trattava di rifiuti non pericolosi provenienti da attività di manutenzione del verde ornamentale, e non da buone pratiche agricole, mai documentate dal ricorrente.

Inoltre, pur in assenza di una formale comunicazione di avvio del procedimento, il Tribunale ha rilevato che l’imprenditore era pienamente a conoscenza della situazione. Per questi motivi l’uomo è stato quindi condannato al pagamento di 2.000 euro di spese legali in favore del Comune di Chiusavecchia rappresentato dagli avvocati Davide Carpano e Luca Saguato.

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