24 Novembre 2024 08:39

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24 Novembre 2024 08:39

“COLUSSI VIA DA IMPERIA? STABILIMENTO AGNESI IN MANO AI LAVORATORI CON L’AIUTO DELLE ISTITUZIONI” – La proposta presentata durante il congresso provinciale Prc

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Dal congresso provinciale di Rifondazione Comunista in programma ieri, domenica 24 novembre, ecco una nuova proposta per il salvataggio dello stabilimento Agnesi. “Colussi vuole lasciare Imperia? Non ci sono problemi, lavoriamo perché lo stabilimento Agnesi venga gestito direttamente dai lavoratori, con l’aiuto delle istituzioni”.
Nel documento di intenti elaborato dal riconfermatissimo segretario provinciale Mariano Mij si legge: “Si tenga subito una verifica frontale ed esauriente con Colussi: se il gruppo conferma di non avere più interesse a mantenere e rilanciare la produzione in loco, garantendo le attuali modalità di lavorazione, siano i lavoratori a farsi avanti e a subentrare. Che siano i lavoratori a tenere una iniziativa produttiva autogestita, a curarsi dell’attività e della professione che svolgono, del reddito che dà e dell’interesse economico che alimenta, e presentino un loro piano per salvare la fabbrica e la produzione.
Se debitamente sostenuti, materialmente e moralmente, dai pubblici poteri, dalle istituzioni locali, dalle rappresentanze sociali, dal credito popolare, dalle associazioni dei consumatori ed anche dall’imprenditoria privata e dal mondo del commercio, i lavoratori – gli stessi soggetti che in carne ed ossa costituiscono il patrimonio vivo dell’Agnesi e la sua capacità produttiva – sono virtualmente in grado di associarsi e tenere l’ investimento richiesto. Il coinvolgimento possibile, nello stesso, di tanti cittadini ed operatori economici che potrebbero trovare un sano interesse nella cosa, e l’adozione di avvedute forme cooperative, renderebbero l’impressa del tutto realizzabile. Così come sarebbe di assoluta importanza un appoggio sicuro del Comune – un Comune non rassegnato acché quella che è una importante e qualificata attività industriale di rango internazionale si disperda semmai in un pò di artigianato diffuso -, nella direzione di una intelligente ‘municipalizzazione’ del marchio e dei suoi requisiti, come già è stato suggerito nel corso dell’assemblea popolare che qualche giorno fa abbiamo tenuto nella sede del Circolo Arci “Antica Compagnia Portuale”, sulla banchina di Oneglia, che sarebbe aiuto decisivo e lungimirante.
Riteniamo che la suddetta proposta meriti di essere valutata nell’ambito di una discussione pubblica che non può ridursi ad attestati di solidarietà tanto rituali quanto tardivi e di scarsa utilità pratica. Una proposta che, se presa in considerazione e agita con tempestività, non solo rialimenterebbe la speranza, ma costituirebbe anche un salto di qualità nella nostra cultura civica e del lavoro.

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