25 Dicembre 2024 06:11

25 Dicembre 2024 06:11

IMPERIA. CASANO CONTRO LA CULTURA “NO GENDER” NELLE SCUOLE: “AGGRESSIONE ALLA FAMIGLIA NATURALE”. IL CASO IN CONSIGLIO COMUNALE/LA MOZIONE

In breve: "Il vero intento è quello di equiparare la famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso con tutti i risvolti in tema di adozioni. Non si deve insegnare ai bambini che qualunque comportamento sessuale sia da ritenersi biologicamente normale"

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Presentata dal consigliere comunale di FdI- AN Dott. Alessandro Casano la mozione “no gender” nelle scuole.
“Si tratta di un testo elaborato sulla base delle note polemiche emerse negli ultimi mesi in tutta Italia a seguito della ‘strategia contro le discriminazioni’ messa in atto dai governi Monti e Letta e finanziato a spese dei cittadini – spiega Casano – Tale strategia prevede in realtà l’insegnamento nelle scuole della cosiddetta ‘teoria del gender’ che vuole inculcare ai bambini la negazione della naturale differenza sessuale tra gli individui, obbligandoli a riconoscersi in qualsiasi ‘genere’ (gender) sia esso omosessuale, bisessuale o transgender . Tutto questo attraverso ‘giochi’ e pratiche ‘educative’ molto discutibili e spesso deleterie per la delicata fase dello sviluppo della personalità del bambino di età scolare“.

“Il compito della diffusione nelle scuole del ‘progetto antidiscriminazione’ è stato affidato per decreto del governo Letta a 29 associazioni LGBT ( che sta per: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender). Pare inoltre che vi siano dei finanziamenti europei per le scuole che inseriscono nei loro piani di offerta formativa la teoria del gender. E’ giusto e condivisibile che nelle scuole si insegni a non discriminare gli omosessuali o altre minoranze, ma questo non significa che si debba imporre un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi né che si debba insegnare ai bambini che qualunque comportamento sessuale sia da ritenersi biologicamente normale. In realtà questa campagna si sta traducendo in un’aggressione culturale senza precedenti nei confronti della famiglia naturale con il pretesto di abbattere degli stereotipi. Il vero intento è quello di arrivare ad equiparare la famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso con tutti i risvolti in tema di adozioni. Vi sono stati casi eclatanti di grave condizionamento di minori in molte scuole italiane e ciò ha portato ad una petizione indirizzata al Ministro dell’Istruzione che ha già superato le 100 mila firme”.

Non c’è nulla di religioso o moralista in questa mozione che anzi va a tutela della Scuola Pubblica e laica. Chiediamo al Consiglio Comunale un segno di autonomia e di distacco da un’imposizione dogmatica che viene dall’Europa e riguarda l’educazione dei nostri figli. Vogliamo che eventuali e condivisibili programmi antidiscriminazione nelle nostre scuole vengano svolti nel rispetto del concetto di ‘normalità’ della famiglia costituita da un uomo e una donna e nel rispetto delle naturali diversità biologiche tra uomo e donna. Chiediamo inoltre che ai genitori sia garantito di sapere se nell’offerta formativa di ogni scuola è prevista la diffusione della teoria del gender e quali persone, enti o associazioni sono coinvolte nell’insegnamento“.

LA MOZIONE

Oggetto: propaganda gender e LGBT nelle scuole

PREMESSO CHE:
– L’art. 29 della Costituzione Italiana riconosce il “ruolo sociale della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” dando per sottinteso il matrimonio tra uomo e donna
– L’arto. 30 della Costituzione Italiana stabilisce il diritto e il dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i propri figli e di conseguenza nessun’altra istituzione dello Stato può sostituirsi al ruolo dei genitori con programmi educativi non condivisi dagli stessi
– Che l’art. 4 del DPR 30 maggio 1989 n.223 riconosce come famiglia anagrafica “un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”
– Il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose è garantito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 26), dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (art. 41), dalla Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo (New York 1989 principio settimo), dalla Convenzione sui diritti del Fanciullo (New York 1989 art. 18), dalla Carta Europea dei Diritti del Fanciullo (A3 – 0172/92-8.11), dalla raccomandazione CM/Rec (2010) 5 del Comitato dei Ministri agli Stati Membri del Consiglio d’Europa (punto 32), dal protocollo addizionale alla Convenzione europea per i Diritti dell’Uomo del 1952 (STE 9, art. 2) e dalla Risoluzione 1904 (2012) del Consiglio d’Europa (artt. 2-6)
– La famiglia “naturale” formata da un uomo e una donna è l’unica istituzione in cui può nascere una nuova vita e l’ambito sociale più adatto ad accogliere minori svantaggiati anche attraverso l’istituto dell’affidamento e dell’adozione
– La famiglia “naturale” preesiste allo Stato e, come tale, è portatrice di diritti inalienabili
– La famiglia non è un fatto meramente privato né solo il luogo della soddisfazione delle esigenze affettive ma rappresenta il nucleo fondante della nostra società

CONSIDERATO CHE:
– per iniziativa del Governo Monti e dell’allora Ministro del Lavoro con delega alle pari opportunità Elsa Fornero e grazie al Governo Letta, è stata avviata la “strategia 2013-2015 contro le discriminazioni” da parte dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) la cui diffusione nelle scuole è stata affidata a 29 associazioni del mondo LGBT (Lesbiche, gay, bisex, transgender)
– la suddetta strategia viene delineata in tre libretti, uno per ciascun grado delle scuole, dal titolo “EDUCARE ALLA DIVERSITA’ A SCUOLA” prodotti dall’istituto Beck su incarico dell’UNAR e finanziato con 10 milioni di euro dei cittadini italiani
– la strategia anti discriminazione dell’UNAR prevede in realtà l’insegnamento della teoria del gender nelle scuole inculcando ai bambini la negazione della naturale differenza sessuale tra gli individui e obbligando i bambini a riconoscersi in qualsiasi “genere”, sia esso transgender, omosessuale o bisessuale attraverso “giochi” e pratiche “educative” aberranti e deleterie per la delicata fase dello sviluppo della loro personalità
– questa campagna si sta traducendo in una aggressione culturale senza precedenti nei confronti della famiglia naturale con il pretesto di abbattere inutili stereotipi e con l’unico vero intento di arrivare ad equiparare la famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso riconoscendo loro il diritto di adozione e la “produzione” di figli con “utero in affitto” riducendo ad una dimensione meramente commerciale il fenomeno della vita.
– si sta applicando in numerose scuole materne ed elementari d’Italia il documento “Standard per l’educazione sessuale in Europa” che prevede tra l’altro, nella fascia di età tra i 4 e 6 anni, l’introduzione alla masturbazione infantile precoce, la capacità di identificare i genitali nei dettagli, e l’identità di genere ovvero la scelta se essere maschietti o femminucce.
– l’esperienza di altri Paesi dove simili strategie sono applicate da tempo, come Inghilterra e Australia, ha visto una sessualizzazione precoce della gioventù che ha portato ad un aumento degli abusi sessuali anche tra giovani, alla dipendenza dalla pornografia, e all’attività sessuale prematura con aumento degli aborti già nella prima adolescenza e all’aumento della pedofilia.

RITENUTO CHE:
E’ legittimo e condivisibile che nelle scuole si insegni a non discriminare gli omosessuali o altre minoranze ma questo non deve comportare l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi, né l’insegnamento che qualunque comportamento sessuale sia da ritenersi biologicamente normale

PRESO ATTO CHE:
Si sono verificati in numerose scuole italiane, materne, primarie e secondarie, episodi gravi di condizionamento di minori, che hanno scatenato polemiche come :
– nel liceo Giulio Cesare di Roma lettura del romanzo “sei come sei”
– in numerose scuole italiane dove in occasione della c.d.” settimana contro il razzismo” è stata proiettata a un pubblico di minori la sitcom gay “Vicini” dove vengono pronunciate frasi del tipo “la famiglia tradizionale deve finire” o si assiste a scene di gay che si sposano davanti a un prete a sua volta omosessuale.
– nella scuola materna “I sei colori di Ugo” a Roma dove si è deciso di sostituire la festa del papà con una più inclusiva “festa delle famiglie” per non discriminare una bambina con due madri lesbiche.

VISTA
la petizione, che ha superato le 100 mila firme, indirizzata al Ministro Giannini con l’obiettivo di non avallare la propaganda e l’ideologia gender e LGBT nelle scuole

IL CONSIGLIO COMUNALE DI IMPERIA DICHIARA

Il proprio sostegno a ogni iniziativa volta a cancellare le discriminazioni nei confronti di ogni minoranza.
La propria opposizione
1) a qualunque tentativo di comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli attraverso progetti educativi tendenziosi
2) a ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

– a vigilare affinché eventuali e condivisibili programmi di antidiscriminazione nei confronti di omosessuali e di altre minoranze vengano svolti nelle scuole senza l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi e senza la distribuzione di materiale didattico tendenzioso e fuorviante per quanto riguarda il concetto di “normalità” della vita sessuale dell’individuo
– a vigilare affinché i genitori vengano informati per iscritto circa la presenza all’interno del Piano di Offerta Formativa di progetti di educazione sessuale ed affettiva riconducibili alla cosiddetta “teoria del gender”, o comunque connessi a forme di propaganda ideologica omosessualità
– a vigilare affinché venga fornita ai genitori ogni informazione necessaria a identificare le persone e gli enti coinvolti nell’organizzazione dell’attività in questione con particolare riferimento ad associazioni LGBT.

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