Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato P.S. Ventimiglia, al termine di un’accurata e delicata indagine, hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un uomo di circa 55 anni, residente a Ventimiglia, cittadino italiano, con precedenti.
I primi accertamenti facevano seguito a comportamenti ritenuti anomali di un uomo, inizialmente non identificato, riferiti alla Polizia dalla responsabile della sede locale di un Ente di rilevanza internazionale, dove da tempo sono accolti e ospitati alcuni migranti stranieri, minorenni, rintracciati dalle forze dell’ordine nell’area intemelia.
Nel pomeriggio di martedì 31 gennaio gli operatori di Polizia, coordinati dal dirigente dr. Aricò, hanno eseguito l’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Genova su richiesta del Sostituto Procuratore dr.ssa Gabriella Dotto.
Prostituzione minorile con il vincolo della continuazione il delitto contestato.
Gli investigatori agivano con servizi discreti, con prolungati appostamenti e pedinamenti, accertando fin da subito che l’uomo, peraltro poi risultato residente nelle vicinanze del centro, vi si recava con insolita frequenza e tentava di contattare amichevolmente giovani stranieri presenti senza tuttavia riuscire a nascondere atteggiamenti ambigui e comportamenti sospetti. Gli adescamenti si verificavano anche nel centro cittadino e tramite connessione wi-fi, sfruttando le postazioni a rete aperte.
Gli agenti avevano la conferma dei loro sospetti nella seconda settimana di gennaio quando il 55cinquenne adescava due ragazzi minorenni, provenienti dal Pakistan, e li accompagnava nella sua abitazione. I due giovani erano successivamente avvicinati da agenti di Polizia specializzati in interventi su minori e da esperti psicologi oltre che da operatori dei servizi sociali del comune di Ventimiglia.
Si poteva così verificare con certezza che entrambi avevano consumato atti sessuali con l’arrestato in cambio della promessa di un compenso di pochi euro che, al termine del rapporto, si rifiutava di consegnare.
Proseguivano pertanto i servizi di osservazione e pedinamento, e dopo soli due giorni gli operatori di Polizia sorprendevano il reo, all’interno di una cantina di sua proprietà, in compagnia di un giovane uomo straniero, non minorenne, poi identificato come cittadino algerino di anni 22, attualmente ospite presso un centro assistenza profughi.
Si poteva verificare che era stato appena consumato un rapporto sessuale con il giovane straniero poco prima adescato e indotto a prostituirsi in cambio del compenso di 15 euro e di una birra. L’uomo, che si appurava essere già stato coinvolto in precedenza in indagini penali per lo stesso reato, era fermato e accompagnato nel Commissariato di Polizia per essere sentito in merito alle azioni compiute.
Ammetteva di essere attratto da ragazzi giovani e di avere contattato nei giorni precedenti alcuni giovani migranti, ospiti dei centri di assistenza cittadini, ottenendo varie prestazioni sessuali con la promessa di piccole somme di denaro.
La Polizia eseguiva anche un’accurata perquisizione domiciliare e sottoponeva a sequestro alcuni oggetti utili alle indagini e comprovanti l’attività sessuale compiuta. In particolare era accertato che un altro minorenne, di nazionalità albanese ,aveva ripetutamente ceduto alle sue richieste per compensi inferiori ai 20 euro.
Il giovane straniero riferiva agli investigatori di avere conosciuto l’uomo prima delle feste di Natale e di aver ricevuto, oltre alle somme di denaro, regali come scarpe, vestiti, bracciali. Raccontava agli agenti di sentirsi intimorito dall’uomo per le sue attenzioni ossessive e l’insistenza e la frequenza con la quale chiedeva di ottenere prestazioni sessuali.
La gravità degli indizi raccolti a carico del sospettato, che aveva anche cercato di introdursi nel centro in qualità di volontario, e ed i riscontri ottenuti nell’intensa attività investigativa condotta dalla Polizia, inducevano il Pubblico Ministero del tribunale di Genova a chiedere la custodia cautelare in carcere anche in considerazione del concreto pericolo di reiterazione del reato.
Di particolare gravità i fatti compiuti per l’estrema vulnerabilità dei soggetti coinvolti, ragazzi di minore età, ma anche migranti soli e abbandonati a se stessi, privi di riferimenti e conforti affettivi o familiari.
I rapporti sessuali accertati erano numerosi e prevalentemente completi. Rimane alta l’attenzione della Polizia di Stato nel contrasto dei reati in particolare in danno di minori, e comunque delle fasce deboli.
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