Prende il via P.R.E.S.T.O, la campagna informativa regionale per aumentare la conoscenza nella popolazione dei sintomi dell’ictus e favorire così un accesso più tempestivo ai Pronto Soccorso. E’ stata presentata questa mattina dalla vicepresidente e assessore regionale alla salute Sonia Viale, insieme al direttore della struttura complessa di Neurologia dell’ospedale Galliera e presidente di A.L.I.Ce. Liguria Onlus, Massimo Del Sette, a Carlo Serrati, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico S. Martino di Genova e a Nicoletta Reale, presidente nazionale dell’Associazione per La lotta all’Ictus Cerebrale A.L.I.Ce. Italia Onlus.
La campagna informativa avrà una durata di 8 mesi e si articolerà in tre fasi:
- la prima, in corso di conclusione, ha l’obiettivo di rilevare i tempi di accesso ai Pronto Soccorso e alle Neurologie dell’area metropolitana;
- la seconda fase che si concluderà a gennaio 2019 in cui verranno diffusi i messaggi sui sintomi dell’ictus, attraverso vie istituzionali, organi di stampa, Tv, web su tutto il territorio regionale;
- la terza fase, dal 1 febbraio al 31 maggio 2019, in cui verrà effettuato il secondo rilievo dei tempi di accesso ai Pronto Soccorso e alle Neurologie dell’area metropolitana genovese per valutare le differenze nei tempi di accesso e negli effetti delle terapie dell’ictus ischemico, confrontando i due periodi pre-campagna e post-campagna.
Durante tutte e tre le fasi verrà effettuata la prosecuzione della raccolta dati del progetto “PASSI”, già in atto in tutte le ASL liguri. Il progetto P.R.E.S.T.O (acronimo di Perdere forza, Riduzione vista, Esprimersi, Sorridere, Tempo, Ospedale) servirà a valutare l’efficacia della campagna di informazione, a migliorare la consapevolezza della popolazione ligure sui sintomi dell’ictus e valutare l’impatto sulla consapevolezza della popolazione, attraverso lo studio dei dati raccolti col sistema di sorveglianza Passi in atto in tutte le ASL liguri.
Il commento dell’assessore regionale Viale
“Attraverso questo progetto – spiega la vicepresidente e assessore alla sanità Sonia Viale – vogliamo migliorare la capacità dei cittadini di riconoscere o sospettare questo tipo di evento, per evitare eventuali ritardi delle successive fasi del percorso diagnostico-terapeutico ed assistenziale che potrebbero pregiudicare la possibilità di applicare tempestivamente la necessaria terapia”.
Terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie prima di invalidità e seconda di demenza, l’ictus cerebrale è una patologia grave e disabilitante che in Italia colpisce circa 150.000 persone ogni anno.
“I soggetti che hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 800.000, ma il fenomeno è in costante crescita, considerando che oggi si vive più a lungo e che l’Italia è tra i paesi europei con speranza di vita più elevata – spiega Nicoletta Reale, presidente dell’Associazione ALICE – Fondamentale per la prevenzione è la adeguata consapevolezza da parte dei cittadini dei fattori di rischio che da soli o, ancora di più, in combinazione tra di loro aumentano la possibilità di incorrere in un ictus: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo ed alcune anomalie cardiache e vascolari.
Le nuove terapie della fase acuta (trombolisi e trombectomia meccanica) possono evitare del tutto o migliorare spesso in modo sorprendente questi esiti, ma la loro applicazione rimane a tutt’oggi molto limitata per una serie di motivi, tra i quali il ritardo con cui il paziente arriva in ospedale, il ritardo intra-ospedaliero e la mancanza di reti ospedaliere appropriatamente organizzate”.
In Liguria ogni anno ci sono 4.500 nuovi casi di ictus, quindi mediamente ogni giorno sono 12 i casi di ictus. In totale le persone colpite da ictus in Liguria ammontano a 24mila. Secondo una recente indagine, il 30%delle persone non sa cosa sia un ictus, l’80% sa che occorre chiamare subito i soccorsi se si viene colpiti da ictus, ma il 20% non sa riconoscere i sintomi.
“La Liguria – dichiara Massimo Del Sette, direttore della struttura complessa di neurologia dell’ospedale Galliera – compare già al primo posto in Italia per numero di trattamenti effettuati nell’ictus ischemico, rapportato alla popolazione della Regione. Ma solo il 50% dei pazienti che potrebbero essere trattati viene in effetti sottoposto alle terapie di ricanalizzazione arteriosa: questo avviene nonostante il fatto che le attuali linee guida non prevedano più limiti legati all’età (anche ultra-novantenni possono essere trattati) o alla gravità (anche ictus molto lievi o molto gravi sono potenziali candidati alla terapia trombolitica).
Questo accade principalmente per l’arrivo tardivo dei pazienti agli Ospedali attrezzati per le terapie dell’ictus ischemico. La campagna P.R.E.S.T.O. ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza circa i sintomi dell’ictus, per poter intervenire prima ed in un maggior numero di soggetti”.