Gli Agenti di Polizia hanno arrestato ieri pomeriggio, a Camporosso, Danilo Montoro e un suo complice, Gianluca Corbo, un commerciante di ghiaccio, ritenuti responsabili del reato di coltivazione, produzione e detenzione di stupefacente a fini di spaccio.
Per l’ex pizzaiolo del ristorante Stella Marina di Ventimiglia è il secondo arresto in una settimana. Soltanto sette giorni fa era stato colto nella flagranza del reato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, durante l’orario di lavoro, all’interno del ristorante dove faceva il cuoco.
Il giorno successivo, dopo la convalida della misura restrittiva, era stato scarcerato dal magistrato che, in attesa del processo, lo aveva sottoposto all’obbligo giornaliero di firma negli uffici di Polizia.
Le indagini però non si erano affatto fermate
La squadra investigativa della Polizia al comando del dirigente Dr. Saverio Arico ha continuato a scavare nelle vecchie e nelle nuove evidenze informative raccolte e, nei giorni scorsi, ha preso di mira un anonimo capannone industriale, collocato a ridosso del centro storico di Camporosso, utilizzato da Corbo nella sua fiorente attività commerciale di produttore di ghiaccio.
Una serie di appostamenti e pedinamenti hanno velocemente confermato le ipotesi che avevano persuaso gli Agenti a proseguire il lavoro di ricerca e verifica, tanto che rintracciato il Montoro lo hanno accompagnato direttamente al capannone ritenuto sospetto, dove egli ha subito compreso di essere stato nuovamente scoperto.
All’arrivo del complice i poliziotti sono entrati all’interno ed hanno constatato l’allestimento di una specie di rifugio clandestino allestito ad arte.
Una camera con due letti con angolo cucina e servizio igienico dove di fatto convivevano i due complici e coetanei e, di fianco, una struttura costruita artigianalmente con pannelli di legno, attrezzata e utilizzata come vivaio per la coltivazione della marijuana.
La serra al suo interno è apparsa perfettamente organizzata con tutte le dotazioni necessarie per una florida piantagione di canapa indiana. Gli impianti elettrici, idrici e di ventilazione, il cui funzionamento era stato accuratamente predisposto per una veloce crescita dei vegetali, sono stati messi in sicurezza prima dell’apposizione dei sigilli di sequestro. Otto le piante sequestrate alte fino a 1 metro.
La minuziosa perquisizione è stata estesa anche all’abitazione privata e al veicolo del titolare dell’attività commerciale.
Complessivamente, oltre alle piante di canapa, sono stati sequestrati circa 340 grammi di marijuana, già tritata, in foglie, in gambi e in infiorescenze, 4 grammi di hashish, un bilancino di precisione, un coltello, due telefoni cellulari, documentazione cartacea inerente il reato e il vivaio.
Lo stupefacente sequestrato è già risultato positivo al narcotest orientativo della Polizia Scientifica ma sarà presto sottoposto ad analisi strumentali più complesse presso i laboratori dell’ARPAL di Imperia.
Stamane è prevista nel tribunale di Imperia l’udienza di convalida
Per entrambi la pesante accusa di coltivazione, produzione e detenzione di sostanza stupefacente al fine di farne commercio.
L’inasprimento dell’azione antidroga è stata attivata in maniera sistematica, in tutta la provincia, dal Questore di Imperia Cesare Capocasa e continuerà a riguardare, in particolare i locali pubblici in genere e quelli della movida notturna nonché lo spaccio su strada.