“Non è questa la città che noi vogliamo”. Lo afferma il gruppo consigliare Diano Riparte, riferendosi all’emergenza idrica che sta attraversando Diano Marina.
Negli ultimi giorni, in particolare, la città degli aranci, così come Imperia, è stata oggetto di numerosissimi guasti all’acquedotto, che hanno causato disagi a cittadini, turisti e commercianti, a causa delle interruzioni dell’erogazione dell’acqua e dei problemi di viabilità per le perdite dall’asfalto.
Emergenza idrica: l’intervento di Diano Riparte
“Alzarsi al mattino in una località turistica e recarsi al bar per fare colazione e sentirsi dire che il caffè non si può bere perchè manca l’acqua, entrare da un barbiere e sentirsi dire che la barba non la puoi fare perchè manca l’acqua, entrare in lavanderia e sentire la padrona indiavolata perchè non può lavorare sempre perchè manca l’acqua, ascoltare per le strade le mamme altrettanto su di giri perchè non riescono a far funzionare la casa perchè manca l’acqua, pensare che se esplode un tubo con la violenza che si è manifestata di fronte all’hotel Cristina di Imperia può provocare danni irreparabili a cose e persone il morale scende sotto i piedi.
Non è questa la città che noi vogliamo!
Avere dimenticato di dare la priorità alla sistemazione di un acquedotto ultra quarantenne prima di ogni altro intervento significa voler massacrare il turismo e l’intera economia della nostra zona.
Ora basta con le chiacchiere, le promesse, le illusioni!
La situazione è davvero disperata!
Come oppositori all’interno del consiglio comunale abbiamo secondo noi il dovere di far chiarezza sulla realtà che sta vivendo la nostra città, tentando di dare suggerimenti che non vorremmo arrivassero anch’essi troppo in ritardo.
E’ da tempo che insistiamo perchè venga realizzata una condotta con nuovi tubi, di materiale plastico, sull’ex tracciato ferroviario che colleghi Imperia al Golfo Dianese.
A quanto ci risulta l’Amat avrebbe già pronto un progetto che – secondo alcune indiscrezioni – dovrebbe costare approssimativamente 2.300.000 € una cifra che tutti i comuni fruitori dell’acquedotto Roja potrebbero proporzionalmente agli abitanti, coprire senza perdere un solo giorno”.