“Avevo una confezione di Amuchina, ma l’ho lasciata sul tavolo e l’hanno rubata. In Giappone non ti rubano nemmeno il portafoglio e hanno rubato l’Amuchina”. Così racconta Yuriko Tiger, all’anagrafe Eleonora Guglielmi, la giovane imperiese che da 7 anni vive e lavora in Giappone come cosplayer e modella, descrivendo la situazione che sta vivendo a Tokio dopo che è esplosa l’emergenza Coronavirus.
Psicosi causate da fake news, carta igienica e mascherine andate a ruba, amuchina rubata, eventi cancellati, scuole chiuse. Yuriko spiega come si vive in Giappone in questi giorni dal suo punto di vista, esortando tutti a prendere le dovute preoccupazioni senza farsi prendere dal panico e lanciando un grande appello a evitare qualsiasi forma di razzismo.
Coronavirus: l’esperienza dell’imperiese Yuriko Tiger in Giappone
“Fino a pochi giorni fa in Giappone non si sentiva molto la questione. In Italia sembra ci sia la fine del mondo, purtroppo anche a causa di moltissime bufale. Qui non si era assistito a niente di simile fino a pochi giorni fa, quando a causa di una fake news che diceva che la maggior parte della carta igienica viene dalla Cina e che quindi ne avrebbero bloccato l’importazione. Giorno dopo: tutti a comprare carta igienica. Avevo visto una fila incredibile fuori e non capivo. Io ho chiesto anche se avessero l’amuchina, ma anche quella è terminata ovunque.
Ne avevamo avevo ancora una confezione, ma l’abbiamo lasciata sul tavolo e ce l’hanno rubata. In Giappone non ti rubano nemmeno il portafoglio, e hanno rubato l’amuchina.
Come mai questo panico tutto insieme? Perché ieri ha chiuso Disneyland Japan e hanno chiuso tutte le scuole 2 settimane. Quindi questo ha fatto scatenare la reazione.
Nel giro di una settimana hanno iniziato a cancellare gli eventi, conseguentemente mi hanno cancellato 5 o 6 lavori. Da questi eventi le persone si sono accorte che il virus non è da prendere sottogamba.
Noi in Giappone stiamo bene, si può entrare e uscire tranquillamente. Hanno dimezzato i voli.
Chiedono di seguire le classiche misure protettive come lavarsi le mani, mettersi la mascherina. Non uscire troppo di casa, non frequentare posti affollati.
Molti mi chiedono se è sicuro venire in Giappone. Non è che se vieni in Giappone o mangi al sushi ti prendi il virus. Ho letto di scene di estremo razzismo.
La maggior parte delle persone adesso sta vivendo nella paura e non è bello. Bisogna non prendere non sottogamba la questione, informarsi bene, tramiti i siti istituzionali.
Molti si chiedono se ci saranno le olimpiadi. Due giorni fa i responsabili hanno dichiarato che la decisione finale ci sarà a maggio.
Io vivo tranquillamente, sono piuttosto tranquilla. Recentemente ho avuto una colica e mi hanno chiesto se avevo problemi respiratori, se avevo la febbre. “È sicura che non ha il coronavirus?”.
È giusto essere attenti, ma non allarmati. Se si pensa poi che in Antartide ci sono 20 gradi e se non facciamo qualcosa tra poco moriremo tutti lo stesso. Non è solo il coronavirus il problema. Dovremmo preoccuparci anche di altre cose.
Essere razzisti non vi rende dei gran fighi, ma solo dei pagliacci. Più del virus, avere più cervello aiuterebbe il pianeta.
Ovviamente bisogna stare attenti e bisogna evitare il contagio il più possibile proprio perché le categorie più deboli, come anziani e immuno compromessi, sono a rischio (come lo sono con tante altre malattie infettive virali). Bisogna assolutamente proteggere le categorie più a repentaglio. C’è differenza però tra stare attenti e andare nel panico più totale, soprattutto perché in giro è pieno di fake news che ovviamente giocano con la paura delle persone”.