Ottimo risultato per la città di Imperia che ha raggiunto il 66,86% di raccolta differenziata nel 2019. Lo si evince dai dati divulgati dalla Regione Liguria. Nell’imperiese molto male Ventimiglia, la cui percentuale non supera il 32%, benissimo invece Riva Ligure, che figura tra i 26 comuni liguri con raccolta differenziata oltre l’80%.
Per Imperia, aver superato il 65% di raccolta differenziata significa non incorrere, come accaduto più e più volte in passato, nelle sanzioni previste per il mancato raggiungimento della quota minima di raccolta differenziata.
Liguria: nuovo balzo in avanti della raccolta differenziata
Nuovo balzo in avanti della raccolta differenziata in Liguria, che nel 2019 raggiunge la quota del 53,43%, con una crescita di quasi il 4% rispetto al 49,67% dell’anno precedente, segnando quasi un + 15% rispetto al 38,63% del 2015.
La Provincia della Spezia consolida il suo primato con una raccolta differenziata al 73,90% (+4,4% rispetto all’anno precedente). Segue la Provincia di Savona, al 62,82% (era al 61,24% nel 2018). Significativa crescita nella Provincia di Imperia, che raggiunge il 53,26% con un aumento del 7,69% rispetto al 45,57% del 2018.
In lieve crescita anche il dato della Città Metropolitana di Genova, al 44,62% di raccolta differenziata (+3,07 rispetto al 41,55 del 2018): il Comune di Genova è al 35,52%, registrando un aumento rispetto al 33,49% del 2018. Al netto di quest’ultimo dato, il resto della Regione si assesterebbe ad una percentuale di raccolta differenziata di oltre il 64%.
“I risultati accertati dall’Osservatorio ligure sui rifiuti sulla raccolta differenziata dei Comuni liguri nel 2019 – afferma l’assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti Giacomo Giampedrone – confortano sulla continua crescita della raccolta differenziata e del tasso di riciclaggio e recupero sul territorio ligure, con buone prestazioni anche da parte di comuni importanti. Vedremo anche i dati del 2020, certamente influenzato dall’emergenza epidemiologica Covid-19, ma la tendenza positiva appare ormai consolidata”.
“Resta da fare uno sforzo importante da parte del Comune di Genova – prosegue Giampedrone – che segna un miglioramento ma con un risultato ancora non soddisfacente che purtroppo incide in modo significativo sul dato regionale complessivo. Bisogna agire sulla riduzione dei rifiuti da smaltire e, al contempo, completare rapidamente la realizzazione dell’assetto impiantistico previsto dalla pianificazione regionale, sia relativamente alla frazione indifferenziata sia alle filiere di recupero delle frazioni differenziate. Sono ancora troppi – conclude l’assessore regionale – i rifiuti che devono essere inviati a trattamento e recupero fuori regione, con costi ambientali ed economici legati ai trasporti e a carico delle comunità locali”.
Grazie all’impulso dato dal 2015 da Regione Liguria con una revisione del quadro normativo, l’introduzione di un’addizionale a carico dei Comuni che non raggiungono il 45% di raccolta differenziata e, al contempo, la distribuzione a tutti i Comuni, tramite le Province, di oltre 7 milioni di euro per programmi di potenziamento della raccolta differenziata, a livello regionale, sono già 120 i Comuni che hanno raggiunto e superato l’obiettivo del 65%: erano stati 110 del 2018, 100 del 2017, 63 del 2016 e 32 del 2015.
In particolare, i comuni che superano addirittura l’80% di raccolta differenziata sono ben 26: Rialto (leader con il 90,36%), Garlenda, Follo, Vendone, Bormida, Riccò del Golfo, Leivi, Villanova d’Albenga, Carrodano, Carro, Ameglia, Balestrino, Altare, Ortovero, Albisola Superiore, Rocchetta di Vara, Osiglia, Santa Margherita Ligure, Giustenice, Cairo Montenotte, Riva Ligure, Tovo San Giacomo, Beverino, Erli, Pallare, Quiliano.
Tra i comuni oltre il 65% vi sono cinque degli 11 comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti: Imperia, con il 66,86% ha infatti raggiunto i Comuni di Sarzana (66,81%), Chiavari (67,09%), La Spezia (74,88%) e la “capolista” Sestri Levante (75,86%). Buone anche le prestazioni di Sanremo (63,91%) ed Albenga (59,82%), mentre la percentuale più bassa, tra i comuni sopra i 15mila abitanti, è risultata ancora Ventimiglia, al 32%, con un leggero incremento rispetto al 30,71% del 2018.
Fra i Comuni che hanno avuto incrementi sensibili rispetto all’anno precedente sono da segnalare soprattutto Campomorone, che è passato dal 20,64% al 70,09% nel giro di 12 mesi, seguito dai vicini comuni di Ceranesi (dal 25,48% del 2018 al 74,24% del 2019) e Mignanego (dal 21,81% del 2018 al 66,8% del 2019). Un balzo in avanti dovuto principalmente all’introduzione della raccolta di prossimità, con bidoni ad accesso controllato, rispetto alla precedente modalità di raccolta stradale.
Tra il 2018 e il 2019 sono comunque 32 i comuni che hanno fatto riscontrare una crescita di oltre 10 punti percentuali.
Sono invece 56 i Comuni virtuosi con un tasso di produzione pro capite molto basso, inferiore del 30% rispetto alla media regionale di 533 kg per abitante e che, pertanto, non si vedranno applicare l’addizionale del 20% sull’ecotassa sui conferimenti in discarica dei rifiuti residui: tra questi spiccano Massimino (che tuttavia ha fatto riscontrare calo della raccolta differenziata di quasi il 36% rispetto all’anno precedente a causa della scarsa performance sui rifiuti ingombranti), Onzo (214 kg/anno per abitante), Osiglia (219 kg/anno per abitante), Serra Riccò, Balestrino, Cosseria, Tovo S. Giacomo e Calice al Cornoviglio, tutti sotto i 260 kg/anno per abitante.
Sulla base della legge regionale introdotta nel 2015, tutti i Comuni che hanno superato il 65% di raccolta differenziata hanno diritto allo sgravio fiscale per il conferimento in discarica della frazione residua, articolato in fasce di risultato, dal 30% al 70% dell’importo base.
I Comuni che non hanno raggiunto i risultati prefissati dalla legge regionale dovranno versare entro il 31 dicembre prossimo il contributo previsto, diminuito di oltre il 50% rispetto al 2018 (356.100 euro complessivi nel 2019 rispetto ai 774.069,50 del 2018, in calo del 54%) in virtù dei buoni risultati raggiunti dalla gran parte dei Comuni liguri, con oltre il 70% dell’importo complessivo (oltre 260.500 euro) a carico del Comune di Genova.