“Lo spazio da noi prenotato doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi. Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà”.
Queste le parole dell’associazione Haccade di Milano della quale fanno parte i 25 disabili che, due giorni fa, non sono potuti partire con il treno regionale 3075 da Genova Principe per rientrare a Milano dopo una gita. Mentre in un primo momento la ricostruzione parlava di persone che, avendo già occupato i posti prenotati dal gruppo, si sarebbero rifiutate di alzarsi, l’associazione ha diffuso una nota in cui spiega che il problema del disservizio risiede nel fatto che il treno era sovraffollato e non era stato garantito lo spazio previsto.
Il gruppo ha quindi usufruito di un pullman messo a disposizione da Trenitalia, affrontando non poche difficoltà.
Disabili costretti a scendere dal treno Genova-Milano: parla l’associazione Haccade
Ecco la nota dell’associazione.
“Il gruppo di Turisti Per Kaos, progetto dell’Associazione HACCADE!, ha svolto un soggiorno per le vacanze di Pasqua, a Genova, nel periodo che intercorre da giovedì 14 a lunedì 18 aprile 2022. Per svolgere i nostri soggiorni siamo soliti a viaggiare con Trenitalia e, nonostante problemi comunicativi interni alla stessa che possono causare disguidi in materia di assistenza, non ci eravamo mai interfacciati con un problema di tale entità.
Lunedì 18 aprile siamo arrivati alla stazione di Genova Piazza Principe con un’ora di anticipo rispetto al treno regionale veloce 3075 delle ore 15.48 che avremmo dovuto prendere per recarci a Milano Centrale. Il personale di assistenza ci ha proposto, in quanto possibili sovraffollamenti dei treni in generale, di viaggiare per mezzo di un autobus: proposta da noi rifiutata in quanto aventi diritto, come da prenotazione e accordi presi (gruppo di 25 persone con disabilità e 5 operatori/operatrici). Inoltre, dovevamo poter garantire la discesa di una persona del gruppo alla fermata di Milano Rogoredo, cosa che l’autobus ha comunicato di non poter permettere in alcun modo.
Il treno è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi sia nei vagoni che nei passaggi tra una carrozza e l’altra, pertanto il personale ferroviario e l’assistenza ci hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione. Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile salire sul treno, poiché il treno viaggiava con almeno una carrozza in meno.
Come associazione ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi. Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà.
Il segnale del treno è stato chiuso e ha maturato un ritardo di mezz’ora circa o più, fino a che non ci è stato comunicato che non c’era soluzione eccetto quella di prendere un autobus dedicato.
Siamo giunti a Milano più di due ore dopo l’arrivo previsto, in un autobus privo di servizi igienici e in condizioni climatiche non adeguate e senza informazioni su un luogo di arrivo preciso ipotetico in stazione Centrale (informazione necessaria per le famiglie delle persone del gruppo). L’autobus si è fermato in Piazza Duca D’Aosta in una fermata dei bus ATM.
Alla discesa non era presente nessuno: personale di assistenza o simili. La responsabile dell’associazione coordinava telefonicamente gli interventi, parlando con riferimenti di Polfer e Trenitalia: a essi aveva spiegato la situazione e annunciato l’arrivo (avremmo dovuto avere assistenza anche a Milano Centrale, come da prenotazione).
Oltre a ciò, era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone dei bagagli era affacciato alla strada e non al marciapiede. Abbiamo insistito con l’autista per richiedere un intervento dell’assistenza. Dopo averci detto di non avere contatti o informazioni al riguardo, ha contattato un responsabile (non meglio identificato) che ha riferito di non riuscire a comprendere dove ci trovassimo esattamente (nonostante indicazioni della responsabile del gruppo). La comunicazione è stata interrotta dall’autista che ha tolto alla stessa responsabile del gruppo il telefono, inveendole contro riguardo un presunto stato di disordine del bus (seppure sia stata posta attenzione da parte di tutti alla condizione dello stesso).
Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, né si è presentato sul luogo, le famiglie hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia”.