“Il cantante ha dedicato nel 2016 allo zio (il boss catanese Salvatore Cappello, al 41bis dal 1993) una canzone dal titolo “Dedicata a te”, inizia i suoi video rivolgendosi agli “ospiti dello Stato” e anche a chi “purtroppo sta al 41-bis” e si fotografa con pistole d’oro e altri simboli.“. Per questo motivo il Coordinamento Provinciale di Imperia di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” chiede l‘annullamento del concerto del trapper neomelodico “Niko Pandetta”, in programma a Cipressa il prossimo venerdì 2 settembre.
“A Cipressa un trapper che inneggia allo zio mafioso”: Libera Imperia chiede l’annullamento del concerto di Niko Pandetta
“Veniamo oggi a conoscenza del fatto che il 2 settembre, a Cipressa, si sta organizzando un concerto di musica rap al quale parteciperà il trapper neomelodico Vincenzo Pandetta, in arte Niko.
Per chi non lo sapesse, il cantante ha dedicato nel 2016 allo zio (il boss catanese Salvatore Cappello, al 41bis dal 1993) una canzone dal titolo “Dedicata a te”, inizia i suoi video rivolgendosi agli “ospiti dello Stato” e anche a chi “purtroppo sta al 41-bis” e si fotografa con pistole d’oro e altri simboli.
Alcuni suoi versi sono inequivocabili ed è veramente assurdo che, questi ultimi, possano essere ripetuti su un palco, a cospetto di una platea di giovani: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”.
Come Coordinamento di Libera Imperia ci chiediamo se non ci siano altri modi per offrire ai giovani occasioni di divertimento. Ci chiediamo se proprio in questo periodo in cui la guerra, le crisi ambientali, sanitarie e politiche stanno diffondendo sconcerto, disagio e profonda sfiducia nelle giovani generazioni sia un segnale positivo celebrare da un palco ideali di violenza e sopraffazione.
Ci chiediamo se il territorio possa realmente trarre vantaggio da un atteggiamento indifferente, o peggio, compiacente nei confronti di certi “valori” che con tenacia e fatica famiglie, scuole, istituzioni, associazioni e tanti giovani consapevoli e responsabili cercano di tenere lontani.
Ci auguriamo quindi che, come accaduto in altre parti d’Italia, ci sia un’assunzione di responsabilità da parte degli organizzatori e, più in generale, della comunità: possiamo e dobbiamo essere tutti protagonisti attivi del cambiamento – anche culturale – indispensabile per contrastare mafie, illegalità e violenza”.