23 Novembre 2024 23:38

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23 Novembre 2024 23:38

Elezioni Imperia: all’assemblea di Polis Claudio Scajola conferma il no ai partiti. “Preferisco le persone alle sigle. Non mi interessa vincere al primo turno, non voglio tradire i miei elettori”/Foto e Video

In breve: Il Sindaco tranchant: "Io non sono un antipartito, ma prediligo le persone alle sigle. Non voglio modificare il contratto firmato con i nostri elettori. Non ce l'ho con nessuno, non ce l'ho con i partiti. Qui c'è una maggioranza, sono disposto ad allargarla. Ma non con i simboli di partiti che erano contro di me alle scorse elezioni e in questi cinque anni".

“Io non sono un antipartito, ma prediligo le persone alle sigle. Non voglio modificare il contratto firmato con i nostri elettori, perché dovrei farlo? Non ce l’ho con nessuno, non ce l’ho con i partiti. Qui c’è una maggioranza, sono disposto ad allargarla. Ma non con i simboli di partiti che erano contro di me alle scorse elezioni e in questi cinque anni. A me di vincere le elezioni e diventare sindaco con l’80% o al secondo turno non me ne frega niente. Mi interessa un’amministrazione che governa bene”.  Claudio Scajola oggi, 26 gennaio, nel corso dell’assemblea di Polis, il movimento civico che fa capo all’ex Ministro, ha messo la parola fine, forse definitivamente, all’ipotesi di un accordo con i partiti di centrodestra alle prossime elezioni comunali. A questo punto sembra ormai inevitabile una spaccatura, con due candidati Sindaco di centrodestra, da una parte Scajola e dall’altra, per Fratelli d’Italia e Lega, il Colonnello dei Carabinieri Luciano Zarbano.

All’assemblea, molto partecipata, tenutasi presso la sala conferenza della Biblioteca civica di Imperia, hanno preso parte, oltre a assessori e consiglieri dell’amministrazione Scajola, tanti volti noti della politica, del professionismo e dell’imprenditoria locale. Da Silvio Todiere a Achille Fontana, da Giacomo Raineri a Luigi Sappa, da Marco Mangia a Paolo Petrucci, passando per Marco Savini, Gabriella Manfredi, Stefano Pugi, Sergio Lanteri, Fabrizio Gramondo, Diego Parodi, Giacomo Rubaudo, Giancarlo Dolla, Giovanni Bonifazio e Carlo Conti. 

Ufficializzato il nuovo presidente di Polis, Andrea Landolfi ha preso il posto di Luigi Sappa.

Elezioni Imperia: Scajola conferma il civismo

L’intervista pre assemblea

“Siamo in ritardo per questa assemblea di Polis, perché è cambiato il presidente. Sappa passa la mano, quindi dobbiamo fare l’assemblea. È un modo per rimettere insieme tutti quelli Polis per parlare e dialogare. Si vota a Imperia, ma qui credo che gli aderenti a Polis presenti siano anche di altre parti. È una normale riunione che da un po’ non facciamo, per rimettere insieme questa nostra idea di una attenzione verso le realtà e le comunità, più forte di quella che vedo rappresentata dalla difficoltà che i partiti hanno, di mettere assieme persone”.

Conferma il suo “no” ai simboli di partito?

“Si è creata una leggenda intorno a questa cosa. Io ho detto e ho parlato solo una volta di questo argomento, dicendo che prediligo le persone alle sigle. Nel tema specifico della città di Imperia, la volta scorsa sono andato da solo, la popolazione imperiese mi ha scelto come Sindaco. All’opposizione mi sono trovato destra e due sinistre. Due destre diverse. C’è stata sempre una opposizione vivace in consiglio comunale.

Adesso credo che sia giusto proseguire con questa primazia dei problemi della gente. Non di sigle. Non capisco questa frenesia. Se io metto la maglia dell’Argentina, non è che devo credere di essere Messi. Perché la maglia la posso comprare anche al mercatino, invece di Messi ce ne è uno solo. Con la stessa logica non capisco chi crede di poter riflettere, sulle elezioni comunali, una politica nazionale.

Ho ribadito più volte che nei confronti della Meloni ho pieno rispetto e anche considerazione, la conosco da tanti anni. Ritengo che governare oggi sia difficile e che debba avere tempo per avere pieno possesso della cabina di pilotaggio del Governo. È una persona senza condizionamenti, con capacità, mi piace anche il fatto che cambi anche posizione quando coglie che c’è necessità di cambiare posizione.

Non capisco, perché nella mia passata esperienza politica nazionale non ho mai preteso. Ricordo che non presentammo il simbolo di Forza Italia a Bologna, perché Guazzaloca preferì non avere sigle di partito. Non presentammo la sigla di partito e Guazzaloca vinse nel comune di Bologna.

Non capisco perché a Imperia, che c’è una amministrazione civica, si debba pensare che sia indispensabile avere delle sigle di partito. Non lo capisco.

Continuo a dire aperto a tutti, contro nessuno.Facendo le analisi del voto alle ultime elezioni amministrative, ho raccolto i voti dei cittadini e non dei partiti. E ho vinto le elezioni”.

La affascina il terzo polo?

“Ho letto le dichiarazioni della Paita, ho letto che sarei stato la settimana scorsa a cena con lei. Non ho mai avuto il piacere né di pranzare, né di cenare con lei, in tutta la mia vita. L’ho vista una volta sola, circa un anno fa. Stiamo costruendo della fantapolitica. Apprezzo chi dice di condividere la bontà del mio operato da sindaco. Non vado a vedere se alle elezioni vota destra, sinistra, centro o da altre parti. Non mi interessa”.

Che idea si è fatto dei suoi avversari?

Non so ancora chi siano. Non so quali saranno. Li leggo, li vedo. Oggi mi è dispiaciuto fare una cosa che non mi è abituale. Forse un’ora fa, ho deciso di andare per vie legali nei confronti di questo raggruppamento. Non posso tollerare la diffamazione e il danno all’immagine dei funzionari, dei dirigenti, della Provincia e del Comune. Se questo è l’inizio delle proposte di candidatura di quelli che dovrebbero essere i miei avversari, ahimè, viva il civismo”.

Di chi sta parlando?

Parlo della sigla di Bracco. Forse avremo anche delle difficoltà ad individuare chi ha scritto questa cosa. Credo che si debba essere maggiormente responsabili. Non è che si possa tollerare. Come diceva Andreotti, le guance sono due. Una sberla la prendiamo, due ci indispettiamo e alla terza ci arrabbiamo”.

Scajola, l’intervento all’assemblea di Polis

“Vi racconto un aneddoto. Quando facevo parte ancora della Democrazia Cristiana si presentò una persona. Mi disse ‘Io sto girando per l’Italia a nome di Berlusconi perché faremo nascere un nuovo movimento e vorremmo che lei fosse uno dei nostri‘. Mi spiegò dei valori, mi piacquero molto. Ma non accettai.

‘Io sono stato eletto dalla Dc e non è che posso cambiare casacca adesso’ gli risposi. Vi racconto questo perché poi mi trovai contro, nel ’95, alle elezioni comunali di Imperia, destra e sinistra. Solo dopo venne Berlusconi a Imperia e andammo a cena alla Lanterna Blu. Ci siamo conosciuti li. Lì e iniziato il nostro percorso insieme. Passai poi a Forza Italia perché nel frattempo la DC si era sciolta. Berlusconi mi disse, ‘ti do carta bianca, costruisci qualcosa di diverso’. Le elezioni del 96 Forza Italia le perse, nel 2001 le vinse. Berlusconi mi fece Ministro dell’Interno.

Io non sono un antipartito, ma credo che la gente non si riconosca più in nessun partito. La sigla non comanda più, comandano le persone. I partiti non fanno più valutazioni di prospettiva. Ad esempio, alle ultime politiche, in questa sala, c’è chi ha votato per Rixi, Marco Scajola, Berrino, Piana. Ognuno in questo panorama politico ha scelto chi gli era più vicino. Ognuno aveva le sue preferenze. Ma le comunali sono una cosa diversa. Si vota per la persona.

Mi è piaciuta l’idea di fare il Sindaco perché volevo misurare gli imperiesi dopo le campagne diffamatorie che avevo subito. Volevo capire cosa pensavano di me. Poi ovviamente, per l’idea di rilanciare una città che vedevo crollare, deperire. Un atto di superbia? Forse si. Ho pensato che con la mia esperienza, conoscenza, maturità potessi fare meglio di altri. Ho sentito una forte responsabilità, quando sono stato eletto, di mantenere quello che avevo promesso di fare. Il problema di questo paese, negli ultimi anni, è di non scegliere mai. Per governare bisogna invece avere il coraggio di decidere.

Non sono un uomo solo al comando, ho collaboratori preparati. Imperia è cresciuta, anche con ritmi veloci, con il lavoro. Non è che i soldi arrivano così, devi convincere qualcuno a darteli, presentando progetti convincenti.  Imperia ha avuto finanziamenti in media tre volte superiori rispetto al resto d’Italia. Forse perchè capisco prima quando ci sono condizioni che si possono prevedere. Siamo partiti prima per il Pnrr, ad esempio, per l’efficienza energetica. Ci siamo messi tutti insieme per far crescere la città.

Non voglio modificare il contratto firmato con i nostri elettori. Abbiamo portato a compimento quello che avevamo promesso. Perché cambiare? Aperti a tutti e contro nessuno. Perché dovremmo mettere delle sigle di partito? Vengano le persone. Qualche giorno fa ho visto una trasmissione scandalosa di Floris su La7, sembrava un plotone di esecuzionecontro la Meloni. La attaccavano sul fatto che ha cambiato idea rispetto al passato. Che accusa è? Non mi piace questo modo di fare politica. Detto questo, se io ho buona considerazione della Meloni, ma non voglio il simbolo, non vuoldire che mi ha schifo il simbolo. Io di vincere e di diventare sindaco con l’80% o al secondo turno non me ne frega niente. A me interessa un’amministrazione che governa bene, che ultima i progetti e ne fa altri. Non mi interessa la spartizione delle seggiole.

Non vorrei che si desse un taglio diverso a quello che è il mio sentimento. Non ce l’ho con nessuno, non ce l’ho con i partiti. Qui c’è una maggioranza, sono disposto ad allargarla. Ma non con i simboli di partiti che erano contro di me alle scorse elezioni e in questi cinque anni.

Io ho tanti avversari, ma di cattiverie non ne ho mai fatte a nessuno. Questo Paese ha bisogno di coesione sociale. Io sono ancora in forze, ho la mia età. Ho riflettuto a lungo nei mesi scorsi se era giusto ricandidarsi. Non credo alla frase che ‘mi sarei meritato il riposo’, perché non sarei sincero. La fatica però e tantissima e il tempo che hai davanti della vita si accorcia. E ci sono anche gli affetti. Però ritengo che sia più giusto finire le cose che abbiamo incominciato. Ho anche pensato, ‘faccio l’amico di tutti, va bene. Mettiamoci tutti insieme’. Però questo sarebbe un pensiero comodo, che magari mi farebbe andare sul tg come il sindaco più votato d’Italia. Però, ahimè, colgo che se così avessi fatto avrei in qualche modo tradito voi e quelli che hanno collaborato con me. Quindi rischiamo, anche di andare al secondo turno. Inoltre dopo avremmo più difficoltà perché ci troveremmo nelle condizioni di doverci consultare prima di prendere ogni decisione. Non sarebbe il bene della citta”.

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