Nella giornata di sabato 28 dicembre 2024, il comune di Bordighera è stato teatro di una significativa iniziativa organizzata da Libera, dedicata alla sensibilizzazione e alla visita dei beni confiscati alle mafie. Un evento che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di numerosi esponenti di Sinistra Italiana, Europa Verde e dell’Alleanza Verdi e Sinistra, insieme a volontari e associazioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. “Una partecipazione sentita per riaffermare l’impegno di AVS contro le infiltrazioni mafiose e dare un ulteriore segnale su questo grave fenomeno criminale presente nel nostro territorio” hanno dichiarato gli esponenti in un comunicato stampa.
“Un tema su cui è evidente, se non a volte sfrontata, la disattenzione di alcuni dei massimi esponenti politici locali e che ha visto il presidente della Provincia e la giunta comunale del capoluogo protagonisti di un inaccettabile attacco verso le associazioni di volontariato impegnate nel contrasto di questi fenomeni definite “associazioni autoreferenziali dalla ben chiara collocazione politica, massimi esponenti dell’antimafia da salotto e da convegni per pochi intimi” hanno dichiarato nel comunicato stampa.
“L’esito delle operazioni antimafia hanno portato a condanne definitive”
La nota è poi così proseguita: “All’incontro, a cui erano presenti Maura Orengo referente provinciale di Libera, Matteo Lupi presidente della Spes Auser (già assegnataria di beni confiscati) hanno partecipato la segretaria regionale di Sinistra Italiana Carla Nattero, il segretario provinciale Lucio Sardi, il coordinatore del Circolo Intemelio Giuseppe Famà e gli esponenti di Europa Verde Daniela Lantrua, Gabriella Badano ed Elena Carrara. È anche intervenuto in collegamento l’ex presidente della commissione regionale antimafia Roberto Centi il quale ha illustrato l’importanza dell’azione di contrasto al fenomeno delle infiltrazioni criminali da parte delle istituzioni e riassunto il lavoro della commissione nella passata legislatura regionale.
L’esito giudiziario delle operazioni antimafia della DIA denominate “La svolta” e “Maglio 3” e quello delle recenti indagini sulle presenze criminali nel comprensorio Dianese, che hanno portato alle condanne definitive per reati di mafia a carico di numerosi esponenti criminali del ponente ligure, non sembrano, per una parte della politica locale, rappresentare una motivazione sufficiente per in porre in atto tutte le iniziative per rendere chiara e netta la distanza tra chi svolge un ruolo pubblico, politico o istituzionale e certi fenomeni e presenze.
Recenti inchieste giornalistiche hanno infatti riportato in evidenza come nelle ultime elezioni regionali, in cui la nostra provincia è stata ritenuta ago della bilancia nel determinare il risultato complessivo, tra le candidature premiate dal consenso (oltre che da una inaspettata elezione), sia emersa una figura che tale sensibilità non si può certo dire riesca a rappresentarla.
Di fronte a questo scenario, riteniamo invece che sarebbe urgente superare una idea della politica che ritiene di additare come minoritaria o salottiera l’attività di chi chiede una severa e coerente azione contro ogni forma di contatto con le varie forme di presenza della criminalità mafiosa nel nostro territorio. In particolare con riferimento a quell’area grigia dove possono mettersi in moto fenomeni di veicolazione di “consenso” elettorale. Una politica che pensa che si debba ancora oggi minimizzare un fenomeno tanto insidioso quanto inquinante per la democrazia“.