Questa mattina, il Teatro Cavour di Imperia ha accolto le testimonianze di Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute all’orrore di Auschwitz, di fronte a un pubblico numeroso e attento, composto da studenti, autorità civili e militari del territorio.
L’evento, organizzato dall’ANED di Savona-Imperia in occasione della Giornata della Memoria, ha registrato un grandissimo successo di pubblico, con la presenza del sindaco Claudio Scajola, dell’assessore regionale Marco Scajola e dell’onorevole Emanuele Fiano, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Fossoli.
Le sorelle Bucci hanno portato la loro voce viva e commovente, ripercorrendo una delle pagine più buie della storia
Deportate a soli 4 e 6 anni nel marzo del 1944, insieme alla loro famiglia, hanno vissuto l’inferno del campo di sterminio, perdendo il cugino Sergio e altri familiari.
Il ricordo di Andra Bucci
“Il momento più difficile? Non saprei, ci sono tanti momenti. È la prima volta che qualcuno mi domanda il momento più difficile, non ci sono stati veramente momenti difficili per noi.
Perché noi bambini non dovevamo fare praticamente niente, noi bambini intendo quello che i tedeschi intendevano bambini fino ai 10-11 anni, poi gli altri erano abili ad andare a lavorare e non erano nella nostra baracca.
Era un momento difficile, non posso dire la separazione di Sergio perché non sapevamo dove andavano e cosa poi è successo.
Forse io non ricordo di aver pianto, ma forse il fatto di non vedere più la mamma quando effettivamente l’hanno spostata di campo e che noi l’abbiamo pensata morta. Ma non ricordo di aver pianto e non ricordo di averla cercata. Forse l’avrò anche cercata, ma l’ho dimenticato”.
Il ricordo di Tatiana Bucci
“Raccontare proprio perché non vada dimenticato, in un certo qual modo passare, come si dice, la parola ai nostri giovani che ci ascoltano sempre con tanta attenzione e veramente sono incredibili, preparatissimi. Perché rimarrà nella storia comunque perché la seconda guerra mondiale non può andare persa, proprio per niente, resterà nella storia.
La storia cambierà un po’ perché non ci saremo noi testimoni, però resterà nella memoria di tutti”.
Cosa non riesco a perdonare? Quello che i nazifascisti sono riusciti a fare agli ebrei, molte cose noi essendo state bambine le abbiamo elaborate poi crescendo perché quando eravamo lì molte cose non le capivamo, è anche logico, a quattro anni Andra io sei, è difficile capire anche certe cose che sapevamo le abbiamo elaborate poi, man mano che crescevamo.
Non credo di aver odiato nessuno. Se avrei avuto paura, sì, dopo, non sul momento. Mai pensato di morire, non sapevo neanche che cosa fosse morire, l’abbiamo imparato lì, vedendoli.
Un’altra cosa è essere stati bambini o essere già adolescenti. C’è un abisso. I nostri ricordi sono, come dice sempre mia sorella, dei flash”.
Il messaggio del sindaco di Imperia, Claudio Scajola
“La memoria, si badi bene, non è soltanto e solamente volgere il quadro verso il passato. Non è guardare e studiare ciò che è successo.
Fare memoria, che è un concetto molto caro alla cultura ebraica, significa esattamente l’opposto. Significa portare quel passato nel presente, guardare quegli eventi come se stessero accadendo adesso davanti ai nostri occhi e interrogare adesso le nostre coscienze.
Con questo spirito siamo qui ad ascoltare Andra e Tatiana Bucci, testimoni viventi della storia sopravvissute all’inferno di Auschwitz.
Bambine, come sappiamo, di appena quattro o sei anni, quando furono deportate, che hanno visto e vissuto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai sperimentare.
L’Olocausto è stato un abisso barbaro realizzato dall’umanità. Ma non soltanto dagli nazisti e dai fascisti, a cui è molto facile, doveroso, assegnare i cuori cattivi, ma anche a tanta gente che scelse l’indifferenza e talvolta ancora peggio l’odio, la delazione, le soffiate, atteggiamenti a idee che non sono scomparsi neanche per loro.
Tutto ciò avvenne in due paesi, Germania e Italia, che entrambi sono espressioni, sono sempre state espressioni, di rette culturali, filosofiche, senza frase. Eppure non bastarono quegli anticorpi culturali ad evitare l’orrore.
Ma proprio dai campi di Serminio sono emerse anche storie di umanità incredibili che hanno lasciato e lasciano un segno di speranza nel cuore di chi le ascolta.
Viktor Frankl, grande psichiatra del Novecento, anche lui sopravvissuto dai campi di Serminio ha scritto: A un uomo si può togliere tutto, tranne una cosa, l’ultima delle libertà umane, la scelta dell’atteggiamento personale di fronte a una serie di circostanze per decidere il proprio cammino.
Questa frase ci ricorda anche momenti più bui che esiste la scintilla della dignità e della resistenza interiore.
Ed è proprio la testimonianza di Andraa e Tatiana che lo dimostra. Hanno scelto di trasformare il dolore in memoria, insegnamento, in consapevolezza per tutti coloro che li ascoltano”.
Parla l’Onorevole Emanuele Fiano
“Lo scopo principale di quando fu istituita la giornata della memoria nell’anno 2000 in Parlamento era quello proprio di parlare ai giovani delle scuole per trasmettere non solo il racconto di ciò che successe, cosa che faranno oggi i Tatiana e Andra, che sono due bambine sopravvissute ad Auschwitz, ma anche di spiegare il perché successe la nascita delle dittature fascista in Italia e nazista in Germania, che portò al progetto di sterminio dell’intero popolo ebraico, nonché anche dei sinti e dei rom, degli omosessuali, dei testimoni di geova, disabili.
È importante che i ragazziscoprano, sappiano o conoscano ciò che è successo e si interroghino se ciò che è successo potrebbe riaccadere.
Questa è la scintilla che deve nascere nella loro testa. Io, che sono figlio di un sopravvissuto ad Auschwitz, che purtroppo non c’è più, cerco sempre di spiegare ai ragazzi che coloro che commisero quei crimini spaventosi, che misero nelle camere a gas uccidendo milioni e milioni di ebrei, non erano marziani, erano donne e uomini esattamente come noi, cresciuti nella culla della civiltà europea, uomini colti, non ignoranti. Ed è la prima parte della spiegazione che serve per dire loro che se ciò è accaduto, potrebbe riaccadere. E dunque dobbiamo capire come mai accadde e spiegarlo ai nostri ragazzi.”
A cura di Alessandro Moschi