22 Dicembre 2024 12:42

22 Dicembre 2024 12:42

Carabinieri: l’attività del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova. “Nel 2023 recuperati 105 beni d’arte per un valore di quasi 300 mila euro”/Tutti i dati

In breve: Nell’anno in riferimento si sono verificati 8 furti d’arte contro i 10 dell’anno precedente, 3 dei quali in danno di luoghi di culto.

Nel 2023 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova, hanno recuperato 105 beni d’arte per un valore complessivo stimato di € 282.200,00. A distanza di poco più di un anno dall’entrata in vigore della Legge n. 22 del 22 maggio 2022 – con modifiche alle disposizioni penali in materia di tutela del patrimonio culturale attualmente contenute prevalentemente nel Codice dei Beni Culturali (D.lgs 42/2004) e integrando il Codice Penale con 17 nuovi articoli (da 518-bis a 518-undevicies) – si registrano i primi segnali positivi con una graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale.

Nell’anno in riferimento si sono verificati 8 furti d’arte contro i 10 dell’anno precedente, 3 dei quali in danno di luoghi di culto.

L’attività preventiva è proseguita con efficacia nell’intera regione Liguria:

  • 35 sono state le verifiche sulla sicurezza eseguite presso Musei, Biblioteche e Archivi;
  • 50 le aree archeologiche vigilate;
  • 133 le aree tutelate da vincoli paesaggistici sorvegliate
  • 210 i controlli effettuati in occasione di fiere, mercati antiquariali ed esercizi commerciali di settore.

Più di 6.000 sono stati i beni culturali sottoposti ad accertamenti attraverso la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC di Roma che ha aggiornato i propri sistemi informatici di ricerca e controllo con il progetto S.W.O.A.D.S (Stolen Works Of Art Detection System), che costituisce un sistema informatico di Intelligenza Artificiale che consente la raccolta automatica di dati e immagini provenienti da web, deep web e social media, per confrontarle con le foto delle opere d’arte da ricercare.

L’attività repressiva ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 24 persone:

10 i denunciati per aver ricettato beni culturali, 2 per scavo clandestino, 2 per contraffazione di opere d’arte, 1 per illecita esportazione, 8 quelli per reati in danno del paesaggio ed 1 per altro reato di settore.

Il recupero dei beni culturali trafugati ha riguardato 12 beni di antiquariato divisi fra dipinti, sculture e beni librari/archivistici e 92 reperti archeologici di provenienza illecita, avviati alla restituzione allo Stato. Sequestrato 1 bene contraffatto.

Nell’ambito della collaborazione con altri Comandi ed Enti, si segnala l’Operation PANDORA VIII a leadership spagnola, in cui l’Italia partecipa col ruolo di co-leader, nel corso della quale i militari del Nucleo TPC di Genova hanno effettuato controlli mirati al contrasto del traffico illecito di beni culturali conseguendo il risultato operativo del sequestro di 2 anfore archeologiche trafugate dal mar ligure. Una recente indagini condotta dai Militari dello Speciale Reparto dell’Arma, diretti dalla Procura della Repubblica della Spezia, ha portato al recupero del libro a stampa intitolato “Oratio Dominica in 155 linguas versa et exoticis characteribus plerumque expressa” (1806), contenente la traduzione in 155 lingue del “pater noster” e considerato il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri mai pubblicato, trafugato dalla biblioteca apostolica “Comboni” di Brescia.

L’eccezionale opera libraria è stata recentemente restituita all’Ente religioso di provenienza che ne ha concesso l’esposizione nella mostra “Liber. Pagine rubate e ritrovate” proposta da questo Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) e tenutasi presso Palazzo Ducale di Genova dal 9 febbraio al 17 marzo di quest’anno nell’ambito di “Genova Capitale italiana del libro 2023”. Un singolare sequestro operato nel periodo di riferimento dai militari del TPC di Genova, sempre diretti dalla Procura della Repubblica spezzina, ha riguardato una grande ancora tipo “Long Shank British Admiralty 1839”, (320 x 260 cm.), proveniente dal fondale marino di Lerici (SP).

La notizia del ripescaggio era apparsa sul quotidiano Secolo XIX del 7 settembre 2023, dando avvio agli accertamenti del caso. Le indagini hanno portato ad identificare i responsabili del ripescaggio del bene culturale le cui responsabilità per una mancata segnalazione del suo rinvenimento ed autorizzazione al prelievo da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, sono al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. Fatta salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna.

Condividi questo articolo: