Nuovi sviluppi nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Toti è ora indagato dalla Procura della Spezia, insieme all’assessore regionale alla Protezione Civile, Giacomo Raul Giampedrone, per truffa ai danni dello Stato in un caso che ruota attorno a un contratto, inizialmente co.co.co e poi trasformato in un rapporto di dipendenza, stipulato con fondi pubblici a favore di Davide Marselli, gestore dello stabilimento balneare San Marco di Ameglia.
Secondo le accuse, riportate anche dal Secolo XIX, Giampedrone e Toti avrebbero frequentato gratuitamente lo stabilimento balneare e il ristorante annesso, beneficiando di favori in cambio dell’assunzione di Marselli con denaro pubblico. Il fascicolo, aperto alla Spezia, è stato recentemente trasmesso a Genova e ora è nelle mani del pm Andrea Ranalli.
La tesi della Procura sostiene che Marselli non avrebbe mai svolto le mansioni per le quali era stato assunto, percependo comunque uno stipendio lordo di oltre 80 mila euro. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, questa somma corrisponderebbe al valore dei servizi di cui Giampedrone e Toti avrebbero usufruito senza corrispondere il dovuto.
L’inchiesta si inserisce nel solco di una vicenda giudiziaria già complessa: un anno fa, Giovanni Toti fu posto ai domiciliari per un’indagine sulla corruzione, che ha visto la Liguria al centro di numerosi scandali legati alla gestione del potere e dei fondi pubblici. Il pm Elisa Loris, che ha seguito le prime fasi dell’indagine, ha acquisito documentazione e disposto l’audizione di dirigenti e funzionari regionali, contribuendo a delineare un quadro che ora attende ulteriori sviluppi.
“Non sono a conoscenza di nessun procedimento a mio carico – commenta Giacomo Raul Giampedrone –se non per aver letto, con non poco stupore, le agenzie di stampa che mi riguardano. Se la vicenda, come mi pare di capire, verte sul contratto di lavoro di un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito, trattandosi di un contratto di lavoro predisposto e verificato puntualmente, come per tutti gli altri collaboratori con la stessa mansione, dagli uffici regionali. Se poi l’ipotesi di reato è quella di avere anche un rapporto di amicizia con quel collaboratore e di aver frequentato un ristorante di uno stabilimento balneare, mi risulta tutto ancora più paradossale. Nel frattempo, vista questa assurda situazione dove si apprende di essere indagati dai giornali, ho conferito mandato difensivo all’avv. Stefano Pellegrini del Foro di Genova che si occuperà della mia difesa. Il mio lavoro proseguirà con lo stesso impegno di sempre, fiducioso di chiarire presto questa vicenda e sono a disposizione della magistratura come sempre ho fatto in tutti questi anni”.