E’ morta all’età di 83 anni l’attrice svedese Anita Ekberg. La musa ispiratrice di Federico Fellini. La donna che ha incantato uomini e donne di ogni generazione con la sua frase “Marcello, come here! Hurry up!” rivolgendosi a Marcello Mastroianni nel film “La Dolce Vita”. L’immagine di lei, nella fontana di Trevi a Roma, è indelebile e tutti, anche chi non avesse visto il film, ha presente la scena e la prorompente e delicata bellezza di Anita.
L’attrice si è spenta nella clinica di San Raffaele di Rocca di Papa, ai castelli, in provincia di Roma dove si trovava ricoverata da tempo.
Biografia (tratta da Wikipedia)
Dopo aver vinto il titolo di Miss Svezia nel 1950, si trasferisce negli Stati Uniti dove il produttore Howard Hughes la introduce nel mondo del cinema e ottiene un ruolo minore in Viaggio sul pianeta Venere del 1953 con Gianni e Pinotto. Più importante è la parte accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in Artisti e modelle del 1955. Nel 1956 è finalmente protagonista nell’ultimo film della coppia Lewis-Martin, Hollywood o morte! diretto da Frank Tashlin; per questo ruolo vince un Golden Globe come miglior attrice emergente.
Sempre nello stesso anno King Vidor le affida una parte nel kolossal Guerra e pace. Dopo aver girato nel 1959 Nel segno di Roma, diretto da Guido Brignone, e dove vesti i panni della regina Zenobia che si ribella all’Impero Romano, la Ekberg è Sylvia nel film che l’ha resa un’icona, La dolce vita di Federico Fellini (1960): la scena del bagno nella Fontana di Trevi diventerà un classico che entrerà per sempre nella storia del cinema mondiale. Nel 1961 appare nei Mongoli di André De Toth e in A porte chiuse di Dino Risi, con il quale fu brevemente fidanzata
Fellini tornerà a dirigerla nello straordinario episodio Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio ’70 (1962), dove la sua provocante bellezza diventa un vero incubo per le notti del Dottor Antonio, un petulante moralista interpretato da Peppino De Filippo, e nella parte di se stessa in I clowns (1970) e Intervista (1987). Nel 1963 torna a Hollywood dove recita in I 4 del Texas per la regia di Robert Aldrich e accanto a Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula Andress; lo stesso anno è accanto a Bob Hope in Chiamami Buana.
Dalla seconda metà degli anni sessanta sposta la residenza in Italia e lavora in svariate produzioni europee, ma poche degne di nota, per esempio: Poirot e il caso Amanda (1965) di Frank Tashlin, Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966) di e con Alberto Sordi e Sette volte donna (1967) di Vittorio De Sica.
I film degli anni settanta sono da circoscrivere nella categoria dei film di genere, come la commedia sexy Casa d’appuntamento (1972) con Barbara Bouchet, lo spaghetti western La lunga cavalcata della vendetta (1972) con Richard Harrison e il thriller Suor Omicidi (1979) di Giulio Berruti. Nello stesso anno posa per una copertina di Playmen dove appare visibilmente ingrassata.
Passata dai ruoli di sex symbol a quelli di caratterista, la ritroviamo in Cicciabomba (1982) con Donatella Rettore, Il conte Max (1991) di e con Christian De Sica, Cattive ragazze (1992) di Marina Ripa di Meana, Bambola (1996) di Juan José Bigas Luna con Valeria Marini, Il nano rosso (1998) di Yvan Le Moine e nel 2002 in due episodi della serie tv di Canale 5 Il bello delle donne. Il 5 novembre 2010 è stata ospite nella trasmissione televisiva I migliori anni condotta da Carlo Conti per il cinquantesimo anniversario de La dolce vita (1960).