23 Novembre 2024 20:43

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23 Novembre 2024 20:43

IMPERIA. SPUNTANO MINACCE E ATTENTATI NELL’AUDIZIONE DI CARLO E MASSIMO GHILARDI (IDROEDIL) DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUI RIFIUTI/I DETTAGLI

In breve: Tra i verbali più significati relativi alle audizioni di fronte alla alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sui rifiuti ci sono sicuramente quelli che riportano le parole di Massimo e Carlo Ghilardi, rappresentanti della Idroedil, società che...

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Tra i verbali più significativi relativi alle audizioni di fronte alla alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ad esse correlate, in visita a Imperia il 19 e 20 febbraio scorsi, ci sono sicuramente quelli che riportano le parole di Massimo e Carlo Ghilardi, rappresentanti della Idroedil, società che gestisce la discarica di Collette Ozotto.

LA NASCITA DELLA DISCARICA DI COLLETTE OZOTTO E LE PRESSIONI DELLA POLITICA

Io ho iniziato l’attività nel comune di Sanremo e in emergenza siamo dal 1974 e non so dove portare i rifiuti. Avevamo un grosso appezzamento di terreno, che fu visitato da un ufficiale sanitario, come accadeva a quell’epoca, fece le prove di impermeabilità del terreno e non lo giudicò idoneo, per cui cominciamo in forma artigianale questo tipo di attività, abbancando i rifiuti e cercando di coprirli.
Da quella data abbiamo ottenuto circa 60 proroghe lavorando, come potete immaginare, in questa provvisorietà. Ciò nonostante, siamo riusciti a ottenere la massima certificazione. Abbiamo cercato di operare nel rispetto dall’ambiente cercando di inquinare il meno possibile.
Nel contempo, visto che la politica non si muoveva e ritenendo che fosse un sistema sbagliato smaltire i rifiuti in quel modo, abbiamo presentato tre o quattro progetti di project financing con società internazionali, di cui oggi è in corso ancora uno su un’area di nostra proprietà ai Colli.

Non abbiamo avuto grossi incidenti in tutti questi anni. Personalmente, ero contrario a fare lo smaltimento dei rifiuti su una collina. Con tutte le valli che abbiamo qua e in Liguria, è preferibile prendere un vallone, un fondovalle, e farlo lì, anche per i costi di sbancamento. Oltretutto, lì c’è una [incomprensibile] cementata, per poter sbancare la quale, occorre usare anche le mine, sparare e usare mezzi molto grossi. Per l’incidenza nell’approntare una discarica sulla collina lo scavo incide circa il 50 per cento di tutte le opere da realizzare. Non c’è stato verso, però, in tutti questi anni che la pubblica amministrazione cambiasse indirizzo. Lì andava bene. Per dire un’assurdità, avevamo una cava d’argilla, dove abbiamo fatto dei carotaggi, e a 18 metri sul fondo era ancora tutta argilla: avevo chiamato un geologo di Torino, professore universitario, che mi ha confidato che le ha smaltito le diossine di Seveso in Francia in una cava d’argilla. La scelta era politica. Noi dovevamo ottemperare perché la scelta del sito compete alla regione, andava bene lì e, benché fossi contrario, siamo andati avanti.

L’ARRIVO IN DISCARICA DI RIFIUTI NON CONFORMI, IN PARTICOLARE CON I CAMION DELLA TRADECO

Quanto alla gestione quotidiana della nostra discarica, ci arrivano circa 2.500-2.600 quintali al giorno di rifiuto solido urbano indifferenziato, quindi dal cassonetto verde. Abbiamo un sistema di formazione del personale all’accettazione del rifiuto: se non è conforme al 200301, il camion viene rispedito indietro.
Prova ne sono tutte le comunicazioni fatte agli enti quando interveniva il camion della Tradeco. Quando aprivo il portellone per scaricare, mi trovavo 50 centimetri di bottiglie e lattine sopra il rifiuto solido urbano: si faceva chiudere il portellone e si diceva di tornare a casa perché non era rifiuto conforme. Queste sono le raccomandate in PEC scritte alla provincia di Imperia e al comune con numero di targa del mezzo e nome dell’autista. Questo viene fatto dalla società Idroedil per qualsiasi mezzo, la Docks Lanterna, la Tradeco e l’Aimeri. 

L’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA SUL LOTTO 6 DELLA DISCARICA DI COLLETTE OZOTTO

Quanto al filone di inchiesta Lotto 6, posso dirvi quello che si legge sui giornali. D’altronde, qui la magistratura farà il proprio corso. Posso dire che abbiamo partecipato a un bando di gara europeo regolarmente bandito, che ci hanno partecipato diverse ditte, che all’apertura delle ditte siamo rimasti in due, la società Idroedil e la società Daneco, dei fratelli Colucci, fondo Kinexia, come tengo a precisare. C’è stata poi l’apertura delle buste. Noi abbiamo ottenuto il massimo punteggio in termini di progettualità perché: abbiamo portato una serie di miglioramenti alla discarica in termini di emissioni in atmosfera; fatto addirittura il calcolo dell’automezzo che parte da Collette Ozotto e arriva a Savona e la CO2 che emette; fatto il calcolo della piovosità.

Siccome il Lotto 6 è un catino, infatti, abbiamo fatto il calcolo della piovosità che picchia sul rifiuto, che diventa percolato, e abbiamo realizzato tutti gli altri anelli portando acqua esterna pulita, in modo da non farlo diventare percolato. Abbiamo montato una serie di pannelli fotovoltaici che andassero in autoalimentazione di alcuni nastri, facendo il calcolo della CO2 emessa. Abbiamo preferito, quindi, montare tutte macchine elettriche, perché abbiamo un unico punto di emissione, che è il gruppo elettrogeno. Non abbiamo emissioni diffuse di macchine diesel non controllate. Abbiamo preferito montare tutti i macchinari elettrici.

Detto questo, vedo che per il Lotto 6 ci sono degli avvisi di garanzia non alla società Idroedil, che ha vinto la gara, assunto 30 persone, firmato contratti per 4,8 milioni di euro di fornitura di materiale già tirati fuori come soldi, ordinato 160.000 metri quadrati di teli. È saltato fuori il blocco da parte della magistratura.
Avendo scavato circa 1,5-2 milioni di metri cubi di quel materiale, lo conosciamo come le nostre tasche mio padre e io: proprio da Vignaroli leggo che si parla di esplosivo. Mi piacerebbe che lei, però, andasse a prendere le autorizzazioni precedenti.

Si parla di esplosivo: il quantitativo di esplosivo per l’effettuazione del lotto 6, essendo una roccia dalla durezza del calcestruzzo, rispetto ai lotti precedenti è nettamente inferiore. Queste sono rilasciate dalla prefettura di Imperia. Noi abbiamo l’obbligo, dopo la volata, di portare i sismografi, e quello dell’assistenza delle Forze dell’ordine quando si utilizza l’esplosivo perché alla fine del lavoro il quantitativo ordinato prudenzialmente potrebbe non essere stato consumato, come è già successo nei lotti precedenti.

Credo, sempre leggendo sugli organi di stampa, che ci siano stati quattro capi di imputazione agli amministratori pubblici. La grotta naturale in zona carsica è risultata, dalla perizia disposta dal gip a Nicola Casagli, essere artificiale e non in zona carsica, perché non esiste carsismo nel Ponente ligure. Quanto alla faglia attiva, il perito nominato dal gip ha dichiarato che non c’è. Quanto alla stabilità dei fronti di scavo, il signor Giovanni Balestri, geologo, affermava che franassero e confermato che sono ampiamente verificati.
C’è stato forse un errore, come credo, ma a beneficio della sicurezza, perché hanno applicato una normativa sulle discariche in miniera. La normativa sul vincolo idrogeologico sulle cave in miniera dice che si deve effettuare una serie di sondaggi per verificare il luogo della zona di falda acquifera.
Ebbene, il decreto legislativo n. 36 ci dice che anche in presenza di faglia in pressione si possono realizzare discariche, altrimenti non esisterebbero le discariche in Pianura padana, purché si mantenga un franco di due metri dall’impermeabilizzazione. Questo dice il decreto legislativo n. 36.
Se, invece, se andiamo a prendere la normativa delle cave in sotterranea, le miniere di sali della Germania, dove vengono messi i rifiuti, non si possono realizzare in presenza di faglie in pressione. Credo che la provincia, non so se per errore, abbia applicato questa normativa, non sulle discariche a cielo aperto. Applicando questa normativa e non andando a fare, di conseguenza, i sondaggi, che dicono cosa si deve fare, forse qua c’è stata la superficialità della pubblica amministrazione. Qui mi fermo. Sarà il procuratore a dire di farli meno, di tenere bloccato o meno. Questo è il discorso che riguarda il Lotto 6.

LO SVERSAMENTO DI PERCOLATO E LE MINACCE

Ha piovuto e si è staccata una piccola porzione di una scarpata, che mi ha spaccato i tubi del percolato. Automaticamente, ci siamo autodenunciati e abbiamo aperto la pratica sul disinquinamento in presenza dell’ARPA e dell’ASL e abbiamo fatto la bonifica dell’area, prendendo questi rifiuti speciali non assimilabili e smaltendoli alla discarica di Savona e di Borsalino, che potevano prenderli, dal momento che erano stati inquinati da percolati. Ci sono tutti gli atti che dimostrano che ci siamo autodenunciati, aprendo le normali pratiche.
Per i comitati cittadini e per i movimenti, questo sversamento di percolato è diventato una sorta di ripresa quotidiana di fotografie pubblicate sui social network, con diciture che la discarica di Coletto Zotto sversava ulteriore percolato sempre per la stessa fotografia di sette anni fa. Abbiamo denunciato un’istigazione alla violenza nei nostri confronti da parte di alcuni movimenti politici, soprattutto quando c’è stata una candidata sindaco nel comune di Sanremo, la dottoressa Arrigoni, che ha basato la campagna elettorale contro i lotti dal 6 all’1. Questo è un metodo di gestione dei rifiuti. Posso darle ragione perché siamo al 26 per cento di raccolta differenziata, mentre in altre parti si parla già di 65-70 per cento: d’altronde, cosa posso farci?
Se le pubbliche amministrazioni non spingono sul discorso della raccolta differenziata, io sono la parte finale, che riceve quello che portano. Sta alla pubblica amministrazione fare gli appalti pubblici di raccolta differenziata e i centri per trattare la raccolta differenziata.

Ci siamo trovati degli attentati in discarica. Ho fatto la denuncia contro ignoti. Ho dovuto mette la guardia armata di sera in discarica, perché abbiamo trovato, come la DIGOS sa perché sono venuti a vedere, un sacco con dentro 12 bottiglie molotov. Una sera, la guardia ha trovato tre persone che scappavano e che hanno tentato di tagliarci i tubi del percolato, per far magari succedere di nuovo un incidente. Li abbiamo «beccati» prima e sono scappati via. Sono tutte cose denunciate alle Forze dell’ordine. Ho ricevuto anche una lettera con quattro fotografie della faccia delle mie figlie. A cosa è dovuto questo? Quando vedo su un social network che gli appartenenti a un movimento politico dicono a mio padre che è una fortuna che gli abbiano tolto il Lotto 6, così almeno muore e «ce lo togliamo dai coglioni» – scusatemi, è così che parlavano. L’istigazione alla violenza su questo social network continuava ad aumentare giorno dopo giorno e l’abbiamo denunciato, che ha preso tutti questi articoli. Queste sono state le manifestazioni di pressione che abbiamo avuto.

I FRATELLI PELLEGRINO

Sempre su quello che si è visto qui, operava una società di cui poi le forze dell’ordine hanno fatto quello che dovevano, la Fratelli Pellegrino. Anche noi abbiamo una ditta di scavi, la Ecoscavi: di punto in bianco questa società è cresciuta in maniera esponenziale e ci siamo ritrovati senza lavoro, perché facevano dei prezzi incomprensibili da parte nostra. So che un camion a quattro assi, quando lo metto in moto, mi costa 67 euro l’ora e per questi si trattava, invece, di 42-43 euro: qualcosa di strano c’era. Ringraziamo le Forze dell’ordine, che hanno svolto un’ottima indagine e li hanno tolti un po’ dal mercato. Questo si è visto sui giornali, che li hanno arrestati. Quanto alle pressioni, posso solo dire che, quando arriva qualcosa di non conforme in discarica, più che denunciarlo agli organi competenti, non abbiamo mai avuto pressioni di natura estranea”.

QUI l’audizione completa di Massimo e Carlo Ghilardi.

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