“Intanto che ad Imperia si discute di pedonalizzazioni e sensi unici, di espulsioni e di inclusioni di consiglieri comunali da un gruppo ad un altro, in questo paese il 17 aprile si affronta un’altra importante battaglia per la difesa dell’ambiente e per un cambio di rotta in materia di politica energetica, senza che nessuno dica nulla o informi nessuno”. Così Gian Franco Grosso, del comitato Comitato Felice Cascione di Imperia, con una nota stampa.
“Il 17 aprile – continua Grosso – si terrà il referendum promosso da 9 Regioni e da molte associazioni, tra cui il mio partito “Possibile”, per fermare le trivellazioni in mare entro le 12 miglia. Dei sei quesiti referendari promossi sulle trivellazioni in mare ne è rimasto solo uno all’appello, l’unico che il Governo non ha voluto includere nella Legge di Stabilità, accogliendo invece gli altri 5 e dimostrando evidentemente le ragioni che esistevano alla base della raccolta firme portata avanti in tutta Italia sul finire dell’estate.
Al di là della specificità del quesito, che vuole impedire il rinnovo delle concessioni di sfruttamento dei pozzi petroliferi italiani alla scadenza, con una graduale messa in sicurezza degli stessi, operazione ambientalmente delicata e non disciplinata adeguatamente dal governo Renzi, il nodo vero di questo appuntamento referendario è il segnale che gli italiani vogliono dare alla politica sul tema dell’energia.
In un paese come il nostro in cui il vento, il sole, la natura potrebbero essere elementi strutturali della nostra vivibilità e forza propulsiva per il cambiamento della nostra politica energetica, potenziando, promuovendo ed investendo sulle energie alternative (eolica, idroelettrica e fotovoltaica) come fanno persino i paesi nordici, i nostri governi continuano a puntare e favorire l’energia fossile.
Il governo Renzi da quando si è insediato nulla ha saputo innovare in merito, anzi ha programmato interventi in campo ambientale che oscurano persino tutte le peggiori politiche di centrodestra precedenti. Ha previsto la possibilità di costruire 9 nuovi inceneritori nelle regioni Italiane per lo smaltimento dei rifiuti, tra cui uno anche in Liguria che persino il centrodestra ha rinviato al mittente, ha promosso lo sfruttamento di pozzi petroliferi italiani persino in paradisi naturali come le Isole Tremiti (poi costretto a rimangiarsi tutto), il tutto per una produzione di greggio che non raggiungerebbe nemmeno il 3% del nostro fabbisogno interno.
Ora tutti sappiamo che se l’Italia decidesse di investire sulle proprie risorse naturali potremmo in pochi anni diventare autosufficienti a livello energetico, se il governo incentivasse le imprese a riconvertire i propri processi industriali con l’uso dell’energia pulita aumenteremmo la competitività e in pochi anni abbasseremmo i costi industriali e forse avremmo risorse economiche da investire in nuovi posti di lavoro, eppure la politica sembra fregarsene, incapace o indolente, forse collusa con le lobbies e i potentati, sacrificando sviluppo e sostenibilità con l’unico obiettivo del profitto per sé e i suoi amici e/o finanziatori.
Per questo motivo invito la cittadinanza ad andare a votare per il referendum del 17 aprile e votare SI per l’abrogazione di norme che altrimenti consentiranno ancora per molti anni lo sfruttamento dei miseri giacimenti italiani. Un voto che deve essere un chiaro messaggio a chi ci governa che la sensibilità dei cittadini è più avanti di quella dei nostri politici e che pretendiamo un paese sicuro, ecocompatibile, che sappia sfruttare le proprie bellezze e le proprie risorse naturali per puntare su un progresso economico, industriale e imprenditoriale al servizio del bene comune e al passo con i tempi.