E’ iniziato con un rinvio il processo che vede sul banco degli imputati con l’accusa di voto di scambio “light” il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’ex assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (oggi consigliere comunale), l’amministratore unico della G.M. S.p.A. Domenico Surace, Giovanni Surace (padre di Domenico, ndr) e Giovanni Sciglitano (commerciante ambulante).
L’udienza, alla quale erano presenti i legali degli imputati e Bruno Manitta, è stata rinviata dal collegio composto dai giudici Aschero, Bonsignorio e Lungaro al 24 novembre. In apertura gli avvocati della difesa hanno annunciato, per la prossima udienza, un’eccezione preliminare sull’utilizzo delle intercettazioni telefoniche.
A sostenere l’accusa il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo che ha citato come testimoni a sostegno della sua tesi cinque persone che a vario titolo sono rientrate nell’inchiesta madre, quella sulle presunte infiltrazioni mafiose nel comune (archiviata dalla Procura antimafia di Genova).
Si tratta dell’ex sindaco Angelo Basso, oggi consigliere comunale di minoranza, la figlia Angela, avvocato del foro di Imperia, Paolo Goina (agente della polizia municipale di Diano Marina), Massimiliano Russo (ex capo della squadra mobile della Questura di Imperia durante le indagini sull’amministrazione Chiappori 1) e il consigliere con delega alle manifestazioni in carica Davide Carpano. Quest’ultimo, uscito dall’inchiesta prima della richiesta di rinvio a giudizio, però è stato citato anche dai legali della difesa.
Per quanto riguarda il voto di scambio “light”, l’accusa sostiene che la nomina di Domenico Surace ad amministratore unico della G.M. S.p.A. sia frutto di una sorta di promessa pre-elettorale fatta dal sindaco Chiappori in cambio dell’appoggio elettorale. Inoltre, agli indagati vengono contestati anche altri episodi considerati dall’accusa favori in cambio di voti.
Chiappori dovrà anche rispondere di abuso d’ufficio in quanto, secondo l’accusa, avrebbe invitato un agente della Polizia Municipale Paolo Goina, ad annullare una multa comminata al titolare di un locale per un dehor privo delle necessarie autorizzazioni.
Nel dettaglio, secondo quanto ricostruito dalla Procura, il locale aveva chiesto una proroga per il dehor, da sei mesi a un anno. Richiesta che però era stata respinta dagli uffici comunali. Durante un sopralluogo la Polizia Municipale trovò il dehor ancora montato, con i titoli però scaduti. Secondo l’accusa fu in quell’occasione che il Sindaco Chiappori invitò l’agente ad annullare la multa di 160 euro elevata al titolare del “Caffé Teatro” di via Cairoli. Il vigile urbano, profondamente contrariato, denunciò l’accaduto in Procura. Da qui l’avvio dell’inchiesta per abuso d’ufficio.