Il Comune di Imperia potrebbe dover pagare ai privati di Imperia Sviluppo una sorta di penale per i ritardi nell’avvio del progetto di risanamento e ristrutturazione dell’ex raffineria Sairo. Ritardi dovuti alla necessità di dover provvedere alla bonifica delle vasche che un tempo contenevano l’olio, nella quali sono presenti residui considerati rifiuti speciali e pericolosi.
A sollevare il problema il consigliere di opposizione Luciano Zarbano. Ancora una volta nella procedura compare la Avalon
Il progetto di riqualificazione della ex Sairo era stato approvato nel 2021 e ancora una volta, come per molti altri importanti progetti imperiesi, ad affiancare il Rup, responsabile unico del procedimento del Comune, è la società di consulenza Avalon Srl di Piacenza. Che avrebbe quindi dovuto prevedere tutti gli interventi e le relative tempistiche per attuarli.
Nel caso dell’ex Sairo è però sorto il problema della necessità di provvedere alla bonifica delle vasche, che un tempo servivano a conservare l’olio e che ora presentano rifiuti speciali e pericolosi che vanno smaltiti. Sembra che la questione abbia finalmente trovato soluzione, ma la procedura, che pare che inizialmente non fosse stata presa in considerazione, ha portato a un notevole ritardo nell’avvio dei lavori. Un ritardo che il Comune potrebbe dover pagare a caro prezzo alla Imperia Sviluppo, società privata guidata dall’imprenditore oleario Gianfranco Carli, in precedenza già socia della fallita Porto di Imperia Spa.
L’interrogazione di Luciano Zarbano al Sindaco Claudio Scajola
Per andare in fondo alla questione e capire con chiarezza come stiano effettivamente le cose, il consigliere comunale di opposizione Luciano Zarbano ha inviato un’interrogazione a risposta scritta al Sindaco Claudio Scajola.
Zarbano chiede di conoscere l’identità di tutti i proprietari dell’ex Raffineria Sairo; “i dettagli dell’accordo stipulato tra il Comune di Imperia e la società privata coinvolta; il valore effettivo della perizia che quantifica la porzione dell’immobile ceduta e le motivazioni alla base della transazione; l’importo che il Comune dovrebbe corrispondere in caso di mancata approvazione del SUA entro il termine stabilito, e quale è questo termine; lo stato attuale delle cisterne e se è prevista una bonifica adeguata; la presenza di eventuali vincoli storico-artistici sull’immobile; i dettagli del progetto riguardanti sia la parte pubblica che quella privata; la descrizione dettagliata del lavoro svolto finora dalla società Avalon s.r.l. di Piacenza; i motivi per cui i lavori risultano ancora sospesi”.